Ingerisce metadone: neonata finisce in coma

Incidente o somministrazione volontaria? La Procura indaga la madre nelle urine della piccola anche tracce di cocaina. Ricoverata al Santa Chiara

Tracce elevate di metadone, ma anche di cocaina nelle urine. Due sostanze che potrebbero averla fatta finire in coma. E’ l’ipotesi su cui la Procura di Lucca sta cercando di fare chiarezza. E ricostruire le ultime 24 ore della neonata di appena 40 giorni ricoverata, nella notte tra giovedì e venerdì, in gravi condizioni all’ospedale Santa Chiara di Pisa. Il sostituto procuratore Laura Guidotti ha iscritto la madre della neonata, una lucchese di oltre 30 anni, nel registro degli indagati. L’ipotesi di reato, al momento, è quella dell’articolo 73 del testo unico sulla droga: cessione di stupefacenti. Ma non è escluso, a seconda di come evolverà il quadro clinico della piccola, che il reato ipotizzato possa trasformarsi in qualcosa di più serio, come lesioni gravi.

I genitori, due lucchesi, giovedì hanno accompagnato la neonata al Pronto soccorso della loro città, intorno alle 23.30. Poche ore prima, hanno raccontato ai medici, di averla trovata nel suo lettino mentre piangeva e respirava con difficoltà. I medici si sono subito accorti che la piccola fosse grave. Per questo è stato disposto il suo trasferimento alla Neonatologia del Santa Chiara a Pisa. E’ qui che la piccola è stata intubata anche se ora riesce a respirare autonomamente, ma il timore è che possa riportare danni neurologici. Per lei saranno decisive le prossime ore. Ma la causa delle sue condizioni, fino a 24 ore dopo il ricovero, era un rebus. La bimba infatti non riportava né i segni di traumi fisici, né dagli esami era emerso nulla che potesse giustificare un’alterazione così grave del suo stato di salute.

I medici hanno informato la Questura che ha attivato le indagini. Il padre, non indagato, in passato era stato in carico al Serd dell’Asl, per problemi di dipendenza. E, secondo gli inquirenti, anche la madre avrebbe avuto un trascorso di dipendenza. In casa sono anche stati effettuati alcuni sequestri che hanno fatto procedere alla mossa successiva: un esame delle urine della neonata, alla ricerca di tracce di droga. Il risultato: un tasso di metadone pari a 1.644 nanogrammi per millilitro (si è positivi quando il dato è superiore a 100) e un tasso di cocaina di 74, inferiore al livello di 100, oltre il quale si è considerati positivi. Proprio su quel picco di metadone, una bomba per la neonata, si concentrano le attenzioni della Procura. La donna non è stata ancora ascoltata dal magistrato, ma ulteriori accertamenti hanno dimostrato come in realtà non allattasse la neonata. Le ipotesi su cui gli inquirenti stanno lavorando, sono due: una cessione volontaria di sostanze alla neonata o un’assunzione accindentale. Nel primo caso un gesto forse scaturito con l’idea di calmarla da una crisi di pianto. L’ipotesi si farebbe concreta in presenza di quella che, in termini medici, si chiama sindrome di astinenza neonatale: una sofferenza riscontrata nei neonati che, durante la gravidanza, hanno sviluppato una sorta di dipendenza verso le sostanze trasferite loro, in gestazione, tramie la placenta. L’altra ipotesi, invece, è una contaminazione accidentale della piccola. Nessuna è esclusa.

Claudio Capanni