"Influenza, contagi boom. Triplicati rispetto al 2019"

Il neodirettore di Malattie infettive Marco Falcone: "Rischio sovraccarico ospedali con il Covid . Con cerberus e centaurus reinfettati anche dopo 3 mesi"

Pisa, 4 dicembre 2022 - Covid, influenza, che quest’anno sarà particolarmente ostica, e stagione fredda: un mix da monitorare con "attenzione". Il neodirettore di Malattie infettive, professor Marco Falcone, fa il punto con La Nazione.

Marco Falcone (foto Enrico Mattia Del Punta)
Marco Falcone (foto Enrico Mattia Del Punta)

Partiamo dal Coronavirus e dai ricoveri, quali i numeri?

"Nell’ultima settimana sono un po’ aumentati. Siamo stabilmente sui 60-70 ricoverati con Covid. Ma è chiaro che, salendo il trend dei contagi, cresce anche quello dei ricoveri".

Chi sono, adesso, i ricoverati?

"Chi ha magari la febbre, ma è in ospedale per altre patologie. Un 15-20% sviluppa però la polmonite da Covid. Sono i malati più anziani, fragili e, in particolare, gli immunodepressi".

Vi sono mai capitate persone che hanno contratto 5-6 volte la malattia?

"Mai visto. Se si ripete frequentemente il test può capitare che, ogni tanto, il tampone sia negativo e poi si ripositivizzi ma in realtà è la stessa infezione. Esistono invece sotto varianti di Omicron come Cerberus e Centaurus che hanno maggiore probabilità di infettare anche chi è guarito di recente, giugno o luglio. La sottovariante (che non sembra causare la malattia in modo più grave) non riesce a essere bloccata dalla risposta anticorpale innescata dalla precedente infezione".

Le cure, invece?

"Il caposaldo restano gli antivirali orali che hanno la capacità di non essere influenzati dalle varianti e sono sempre attivi nei confronti del virus: abbiamo differenti molecole e altre sono allo studio. Esiste ancora il ruolo degli anticorpi monoclonali. Poche le combinazioni, solo una in realtà mostra una certa attività nei confronti di Omicron BA4 e BA5 ancora oggi utilizzata. Si studiano nuovi farmaci".

Qualche nuovo progetto?

"Diffondere nel territorio la cultura del trattamento precoce del Covid. Fare in modo che i medici di famiglia, che hanno la possibilità, comincino a utilizzare con maggiore sicurezza gli antivirali orali. Questo riduce la prescrizione solo a carico degli ospedali. Noi abbiamo un laboratorio che ha trattato più di 1700 pazienti da inizio Covid. Ma occorre aumentare la conoscenza dei farmaci. L’altra potenziale novità è una serie di molecole interessanti. Per la polmonite, per esempio, si sta sperimentando l’aerosol".

L’influenza, già arrivata, nel 2022-23, sarà più complessa.

"Avremo un’epidemia influenzale nettamente più significativa, non solo rispetto al 2020-21, ma addirittura al 2019. E siccome causa un’infezione simile a quella del Covid attuale, dobbiamo tenere alta l’attenzione sul Covid, ma ancora più alta nei confronti dell’influenza per la quale bisogna vaccinarsi. Abbiamo a oggi già un numero triplo di casi rispetto al 2018-19. Andiamo verso un inverno difficile con il rischio del sovraccarico di Pronto soccorso e ospedali".