"Infermiere malato. Intero reparto in tilt"

La Cgil Funzione Pubblica attacca l’azienda ospedaliera sulla carenza di personale

Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)

Infermieri e un medico al lavoro (foto d'archivio)

Pisa, 12 ottobre 2019 - «È ridicolo che un’azienda ospedaliera di queste dimensioni non sia in grado di darsi un’irganizzazione capace di risolvere assenze ‘quasi’ improvvise». La Cgil Funzione Pubblica attacca l’azienda ospedaliera sulla carenza di personale.

«Basta una malattia quasi improvvisa per mandare in crisi un’azienda da 4.000 dipendenti – continua l’organizzazione sindacale –. Possibile che l’unica soluzione sia costringere il personale che ha già fatto il turno pomeridiano a trattenersi anche per quasi tutto il turno di notte? L’ultimo episodio di una lunga serie di cui siamo venuti a conoscenza è accaduto u.o. anestesia muscolo scheletrica presso il centro ustioni la sera dell’8 ottobre, dove un’annunciata assenza per il turno di notte (comunicata con 4 ore d’amticipo) ha causato il ‘sequestro di persona’ di un infermiere, costretto a lavorare dopo il proprio turno pomeridiano anche il turno di notte fino alle 5, contravvenendo a tutte le normative sull’orario di lavoro».

Un episodio ritenuto grave, ma che sarebbe solo «la punta di un iceberg: il personale non è sufficiente, ma questo lo diciamo da sempre e lo dimostra anche la quota esagerata di straordinari e ancora di più, le ore in eccedenza sui cartellini dei dipendenti fatte come straordinario e non retribuite come tali».

«Tutto questo  – aggiunge la Cgil – comporta un depauperamento dei fondi dei dipendenti e minori risorse per l’incentivazione o produttività. Il risultato? Dipendenti massacrati da orari impossibili e diminuzione delle risorse per l’incentivo; invece di essere premiati ci rimettono. Non ci siamo, l’Azienda faccia le assunzioni che sono necessarie, vada pure a battere i pugni in sede regionale, perché anche mantenere il numero del personale degli anni precedenti non è sufficiente, pochi erano e pochi rimangono, mentre i servizi aumentano e le liste d’attesa si allungano».