"Incentivare i test rapidi" Appello dalla Valdicecina

Pool di medici chiede di velocizzare la diagnosi sulla presenza del virus "Permetterebbe in ambito ospedaliero di ridurre i tempi in isolamento"

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Per i test rapidi è ora di premere l’acceleratore. Un pool di esperti, medici che lavorano in ospedale e nei servizi di medicina territoriale, spinge sull’utilizzo dei test diagnostici rapidi per individuare i pazienti positivi al Covid in un lasso di tempo veloce, così da abbattere anche i tempi di attesa dell’isolamento. "Siamo un gruppo di medici che lavora in ospedale e nei servizi di emergenza territoriale, in diverse specialistiche – scrivono Lorenzo Del Pesce, Riccardo Ristori, Giacomo Fruzza, Claudio Marabotti, Silvia Perna e Simona Bellini - Ognuno di noi, seppur con prospettive diverse, vede con preoccupazione alcune delle modalità con cui viene affrontata l’ampiamente attesa ripresa autunnale dell’epidemia. Abbiamo la sensazione che sia i decisori (a livello nazionale e regionale), sia i loro consulenti tecnici, non siano completamente consapevoli delle difficoltà che alcune procedure ancora oggi adottate determinano nell’attività professionale di chi lavora sul campo. C’è un aspetto che merita una grande attenzione per l’impatto che potrebbe avere nella gestione della ripresa epidemica: l’uso di test diagnostici rapidi. Utilizzarli, consapevoli di quali siano i loro limiti, può comportare vantaggi decisivi, sia perché consentono screening su un numero decisamente maggiore di soggetti, sia perché permetterebbero in ambito ospedaliero di ridurre i tempi di attesa in isolamento". Per adesso i test antigenici rapidi sono fatti su campioni di muco rinofaringeo, e quindi richiedono l’esecuzione di un prelievo con tampone identico a quello dei test molecolari che conosciamo da mesi.

"Sono però in fase di validazione test antigenici rapidi su saliva che possono rappresentare un’enorme novità, soprattutto per lo screening di bambini o di soggetti che, per motivi professionali, devono sottoporsi frequentemente a test – sottolineano i medici – parliamo di test che permettono un tempo di risposta di qualche decina di minuti e che possono essere analizzati in sedi periferiche, con strumenti portatili, mentre il tampone classico richiede un processo che può avvenire solo all’interno di laboratori attrezzati. Ma c’è il rovescio della medaglia: se confrontati con il tampone nasofaringeo i test antigenici hanno una sensibilità minore, cioè tendono a non riconoscere come positivi dei soggetti che invece, al tampone tradizionale, risultano ancora avere materiale genetico virale nelle proprie vie aeree. Utilizzare i test rapidi, però, consentirà di intercettare un numero molto maggiore di positivi, perdendone solo alcuni ma probabilmente poco attivi come diffusori della malattia: questa ci sembra una strategia decisamente efficace".