Il tragico incendio in Calabria: muore immigrato che fu arrestato a Pisa

Era tra i fermati nel blitz antidroga a Pisa: tragedia nel ghetto dei migranti

Moussa Ba è morto nel rogo della baraccopoli (foto dal suo profilo Instagram)

Moussa Ba è morto nel rogo della baraccopoli (foto dal suo profilo Instagram)

Pisa, 17 febbraio 2019 - E’ morto nel sonno. In un cerchio di fuoco che si è sviluppato nella baraccopoli di San Ferdinando (Gioia Tauro): sulle cause sta indagando la polizia. Moussa Ba, originario del Senegal, 29 anni, era stato a Pisa ed era finito in manette nell’operazione anti droga: 90 arresti nei confronti di 27 persone, quasi tutte liberate, su questo esito era intervenuto anche il ministro Salvini.

Secondo una prima ricostruzione, il rogo è partito da una baracca che si trovava a una manciata di metri dalla sua roulotte. Legno, plastica e cartoni, in poco tempo si sono trasformati in un braciere. Ba - fa sapere la Questura di Reggio Calabria - aveva ottenuto un permesso di soggiorno, per motivi umanitari, scaduto a marzo 2018 e non rinnovato per mancata presentazione della documentazione.

Era stato arrestato, in forma differita, da personale del commissariato di Gioia Tauro, il 31 dicembre 2018, su delega della squadra mobile di Pisa. Difeso dall’avvocato Sara Baldini, era stato scarcerato il 16 gennaio, dopo la convalida dell’arresto, dal gip del Tribunale di Palmi. Il giudice per le indagini preliminari di Pisa aveva stabilito per lui il divieto di dimora nella nostra provincia. Aveva anche altri precedenti. Sul suo profilo Instagram sorride attraverso diverse foto, su quello facebook ha postato uno scatto dove si vede lui davanti alla fontana di piazza della Stazione.