Imprese, prezzi e caro-energia fanno paura Assunzioni in stallo, commercio a picco

La ’fotografia’ elaborata dalla Camera di Commercio conferma le difficoltà. Crescono soltanto i servizi alla persona

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Le imprese pisane assumono col freno tirato, condizionate dalla crescente incertezza e preoccupazione per la situazione geopolitica, l’esplosione dei costi energetici, delle materie prime e della difficoltà nel reperirle. Secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest, a settembre le imprese pisane con dipendenti prevedono di assumere 3.420 persone, un dato in aumento rispetto ad agosto, ma in chiara diminuzionezione rispetto al settembre 2021 (-150 unità corrispondenti al -4%).

L’identikit. Il 28% delle assunzioni previsto è rivolto specificamente a giovani (under 30) con un picco del 40% per le professioni impiegatizie e per quelle commerciali e dei servizi. L’esperienza è un elemento valutato positivamente dalle imprese. Al 44% è chiesta esperienza nel medesimo settore e ad un altro 27% un’esperienza professionale specifica per un totale di 71 assunti su cento ai quali è richiesta esperienza.

I settori. La contrazione della domanda di lavoro a settembre caratterizza sia il macrosettore dell’industria (-4% rispetto a settembre 2021) che quello dei servizi (-5%). Nell’industria, a fronte di una diminuzione di lavoro nelle industrie del manifatturiero e nelle public utilities (-200 unità pari al -18) corrisponde una decisa crescita nelle costruzioni con un incremento di 140 posizioni offerte pari al +61%. Sul fronte dei servizi la battuta d’arresto è netta per il commercio (-150 lavoratori richiesti corrispondenti al -31%) e anche, pur se con dati meno severi (-11%), per il turismo che vede spengersi la spinta della stagione estiva prossima alla conclusione. Crescono soltanto i servizi alle persone con percentuale

a doppia cifra (+23% rispetto a settembre 2021).

Le difficoltà. Significativo peggioramento della difficoltà delle imprese a trovare il personale adeguato. Si è raggiunto il punto per cui 50 lavoratori su 100 restano difficili da trovare, una situazione che non accenna a mitigarsi e che sta diventando una vera e propria emergenza nazionale. Valori sopra la media delle posizioni difficili da coprire (che si assesta a settembre al 52%) si registrano per le professioni ad elevata specializzazione come i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione (su 190 assunzioni il 64% sono difficili da fare), i tecnici della sanità, dei servizi sociali e dell’istruzione (63%) e i tecnici amministrativi, finanziari e della gestione della produzione dove si arriva al 75% della difficoltà a reperirli.

I contratti. A settembre il 23% delle assunzioni saranno di tipo stabile, ossia con un contratto a

tempo indeterminato o di apprendistato mentre nel 77% dei casi saranno offerti contratti

a termine (a tempo determinato o altri con durata predefinita).