Il venerdì? C’è il gelato alla Casa Famiglia

Lo splendido dono del bar ‘I portici di Cascina’ che ogni settimana offre il dolce. Scarselli: "Un po’ di dolce in tempi così difficili"

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Un piccolo gesto che continua a regalare sorrisi. Molto più che un gelato. "Invisibili", la storia raccontata nella nostra rubrica #ioleggopisano (che, durante la quarantena, ha accolto su www.lanazione.itpisa tantissimi racconti ispirati al difficile periodo che stavamo vivendo) è vera. La firma è di Samantha Macchia – autrice di due romanzi e socia fondatrice dell’associazione letteraria "Wewrite" che ha lo scopo di divulgare la scrittura soprattutto quella al femminile -, protagonista è il bar I Portici di Cascina. "Esiste la casa-famiglia, con i suoi ospiti e gli operatori che prestano servizio con impegno e abnegazione, ma sopratutto è vera la storia del gelato. In piena pandemia Covid – svela Samantha Macchia - Massimo Scarselli, titolare del bar, ha deciso di iniziare un appuntamento fisso, regalando ogni venerdì il gelato agli occupanti della struttura. Un gesto di solidarietà, disinteressato, vero".

Che continua anche oggi: "Ogni venerdì, puntuali" assicura Massimo Scarselli che solo per noi, si è fatto scattare anche qualche foto con gli ospiti della casa famiglia che si trova a Marciana. Con lui, ogni settimana, ci sono le figlie, Vittoria e Alexandra: "La più piccola, che ha 11 anni, il venerdì si prenota ‘Oggi vengo anch’io’. Un venerdì i ragazzi della casa ci hanno preparato un regalo, una serie di disegni che saranno incorniciati e attaccati qui nella bacheca del bar". Massimo ha letto il racconto di Samantha e si è commosso: "La stessa emozione e gioia che si prova quando si fanno gesti e sono apprezzati. Da studente, per alcuni anni, ho svolto volontariato a fianco di persone diversamente abili durante i soggiorni estivi che rappresentavano per loro un momento di uscita dalle strutture di ricovero. Mi è venuto spontaneo pensare di donare un pezzetto del mio tempo alla casa famiglia". L’idea è scattata un giorno, mentre Massimo stava passeggiando senza meta, con il bar chiuso a causa dell’emergenza sanitaria: "Mi sono addentrato nelle campagne, l’argine era infatti chiuso per evitare assembramenti. Ho notato la struttura. Alcuni giorni dopo sono riuscito a contattare il responsabile, e ho chiesto il permesso di consegnare il gelato, e cosi abbiamo coltivato questo appuntamento. Da allora il venerdì si va. In mezzo a una crisi spaventosa che spazzerà via tante realtà, vedendo i ragazzi che giocavano a pallone nello spazio adiacente alla casa-famiglia, ho capito che tanti vivono situazioni peggiori. Mi sono ricordato di quando facevo volontariato e ho voluto consegnare un po’ di dolcezza agli ospiti". "Vorrei che questo gesto fosse trasformato in un messaggio per tutti quelli che per ordinare una colazione spendono 20 parole. Quelli che chiedono caffè tiepido ma schiumoso, di soia, in tazza grande tiepida e piattino freddo, e poi magari dimenticano il buongiorno. Un segno concreto del fatto che nel bar esiste non solo il caffè, ma anche cultura, cortesia e sorriso. Un grazie di cuore a Samantha Macchia per aver raccontato la nostra storia" conclude Massimo.

Francesca Bianchi