"Il vaiolo delle scimmie non è allarmante. Abbiamo cure e vaccini pronti per i pazienti"

Intervista all’ex direttore dell’Unità Malattie Infettive Aoup, Francesco Menichetti: "Attenzione ai rapporti stretti o intimi occasionali"

Francesco Menichetti, ex direttore dell’Unità di Malattie Infettive

Francesco Menichetti, ex direttore dell’Unità di Malattie Infettive

Pisa, 24 maggio 2022 - Ci eravamo liberati (o quasi) del Covid. Ora all’orizzonte (ma non troppo distante) spunta una nuova minaccia: il vaiolo delle scimmie. E si conta già il primo infetto toscano, un 32enne di Arezzo rientrato da un viaggio alle isole Canarie. L’ex direttore dell’Unità di Malattie Infettive dell’Aoup, Francesco Menichetti, rassicura sul fatto che "dovrebbe trattarsi di un fenomeno limitato, senza una diffusione particolarmente allarmante".

Infatti, per ora si parla di casi sporadici in Europa e oltreoceano, ma l’Oms sta monitorando la situazione che è "in rapida evoluzione". Questa tipologia di virus è denominata delle “scimmie“, perché studiata per la prima volta sui primati, in realtà viene trasmessa agli uomini dai roditori. La svolta, nei contagi osservati è che gli infetti non hanno contratto il vaiolo da animali infetti.

Professore, come avviene il contagio?

"Attraverso il contatto stretto o intimo con l’infetto. Per ora sappiamo che avviene tramite le secrezioni delle vescicole, per trasmissione orale e sessuale. Non ci sono le evidenze scientifiche per pensare di essere di fronte a un nuovo rischio pandemico. Va ricordato che la contagiosità è bassa e non avviene tramite vie aeree".

Quali sono i sintomi?

"Il virus ha un periodo di incubazione che può variare da 5 a 21 giorni. Si manifesta con vescicole cutanee che dal volto si propagano sul resto del corpo (frequente sulle mani), spossatezza, febbre, dolori muscolari, rigonfiamento dei linfonodi e mal di testa sono i sintomi osservati. Il decorso della malattia, nella maggior parte dei casi, è benigno e sfocia nella guarigione in un paio di settimane, quando scompaiono del tutto le croste e le vescicole sulla pelle. Infatti, il virus che sta circolando è quello proveniente dall’Africa occidentale che registra il 3-4% di mortalità ed è meno aggressivo rispetto a quello dell’Africa centrale. Attualmente, la gran parte dei casi osservati sono giovani adulti al di sotto dei 55 anni. Il contagio, dato che i pazienti non sono venuti a contatto con animali infetti, è avvenuto presumibilmente tramite rapporti stretti o intimi con malati".

Quali sono le misure preventive da adottare?

"Tenere alta l’attenzione, una vita igienica può aiutare e rapporti stretti o intimi controllati".

E i vaccini?

"Chi è vaccinato contro il vaiolo è protetto all’85%. Per la popolazione che non è stata sottoposta alla profilassi vaccinale e che viene a contatto con il virus, esistono cure specifiche e vaccini testati e sperimentati".

L’Oms ha osservato la trasmissione del virus nell’ambito della comunità gay...

"Sono stati registrati dei casi, ma la trasmissione del virus avviene in tutti i tipi di rapporto sessuale. Quindi trovo fuorviante stigmatizzare una comunità".