Il settore ovicaprino è a rischio

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Claudio

Capecchi*

Il Parlamento europeo ha preso atto di quello che ripetiamo da anni: il sovrannumero di grandi carnivori, in Toscana ma anche in Italia e in gran parte d’Europa, non è più sostenibile per gli allevamenti zootecnici, per quanto riguarda la nostra regione, in particolare per gli allevamenti ovicaprini. Le parole che giungono da Bruxelles sono apprezzabili e pienamente condivisibili, ora, però, è necessario passare ai fatti, con urgenza. Negli ultimi mesi sono aumentati anche i costi di protezione da parte degli allevamenti, ed anche in questo senso il Parlamento europeo evidenzia le maggiori problematiche a carico le aziende. A nostra vviso è il momento che la Commissione, gli Stati membri e le Regioni, adottino le misure appropriate per ridurre l’impatto dei grandi carnivori. I contenuti della risoluzione del Parlamento europeo sono in linea con le proposte di Cia presentate nel 2019, proprio in un convegno dedicato ai problemi degli allevamenti toscani. Negli ultimi anni c’è stata una forte riduzione degli allevamenti in tutta la Toscana ed in particolare nel grossetano, oltre ad una riduzione della marginalità economica per le aziende. E dove c’erano allevamenti, oggi ci sono territori abbandonati. Riaffermare il ruolo strategico della ricerca, anche attraverso il rilancio del centro genetico di Asciano e dunque sostenere il processo verso la destagionalizzazione della produzione, rivedere il piano di gestione del lupo per il contenimento del numero dei capi, riconoscere gli i giusti indennizzi sia per il danno che per lo smaltimento delle carcasse, incentivare le attività a difesa degli animali, avviare una strategia di comunicazione condivisa sul problema della predazione e dei selvatici in genere. E ancora: rafforzamento della filiera toscana attraverso la definizione di accordi con le parti interessate e riconoscimento del valore del comparto produttivo. *Presidente Cia Grosseto