Il Parco oltre la crisi "Siccità? Non qui"

Il presidente Lorenzo Bani: "E contro gli incendi abbiamo un elicottero sempre pronto a muoversi"

Il nostro Parco di San Rossore "boccheggia" per la calura, ma assai meno degli altri parchi come quello ad esempio della Maremma. Il periodo siccitoso che si sta vivendo e sopportando mette a dura prova il parco che mostra però una grande resilienza alla siccità sia per fattori naturali che per il preventivo intervento degli amministratori che hanno sistemato la rete idrica per 12 km. Piante secche, cespugli che non ricevono acqua da settimane possono essere l’ideale per un incendio. "Ma noi abbiamo qui sette giorni su sette, l’elicottero a antincendio della protezione civile regionale ed i piloti stanno proprio sopra il mio ufficio pronti ad intervenire h24": dice il presidente del parco, Lorenzo Bani.

L’elicottero è lì da tre anni proprio davanti alla sede della tenuta. L’unico incendio che per ora è stato registrato è alla Bufalina ma è stato subito circoscritto senza il bisogno dell’intervento dell’elicottero. Ad aprile, il Parco piantò mille tra pini, corbezzoli, allori. Li piantò, nei prati di Cascine Vecchie e Cascine Nuove, in formazioni circolari, inserendo all’interno delle circonferenze anche degli arbusti, in modo da creare dei microhabitat per ospitare uccelli e piccoli mammiferi.

"Sono piante giovani, le stiamo monitorando e stanno bene": continua Bani. Altro problema della siccità oltre al pericolo degli incendi, è quello del cuneo salino; questo fenomeno del mare che entra nei fiumi in secca, aumentando la salinità dell’acqua dolce è molto sentito nel Parco della Maremma e rappresenta un pericolo per la salute gli animali selvatici che non possono abbeverarsi. "Abbiamo rilevato un certo incremento del cuneo salino, ma è tutto sotto controllo e quasi nella norma. Tenete conto che il Parco ha tre grossi corsi d’acqua e cioè il Serchio, il fiume Morto e l’Arno. Sono una risorsa idrica enorme. Inoltre, va ricordato che il Parco è famoso anche per le sue zone umide, palustri. In queste zone è impossibile che arrivi la salinità. Per cui allo stato attuale, la salinità dei nostri corsi d’acqua non rappresenta un problema". Dopo la cattura e liberazione del capriolo al Giardino Scotto che si era "perso" in cerca di acqua, Bani dice: "Nel Parco, gli animali degli allevamenti vengono monitorati. Per gli animali selvatici non c’è per ora bisogno di abbeveratoi artificiali". Bene, il nostro Parco è davvero unico.

Carlo Venturini