Il "giro" dei rifiuti tossici fra Pontedera e Bucine

Il trattamento abusivo dei materiali riciclati avveniva nell’impianto di Francesco Lerose (ne ha uno a Pontedera e un altro, il figlio, a Bucine) il quale, è emerso, fosse in stretto contatto con ambienti di spessore criminale della cosca Gallace. Questi ultimi avevano preso il controllo del subappalto del movimento terra per la realizzazione del quinto lotto della 429 empolese. Grazie a questi contatti e infiltrazioni risulterebbero stati smaltiti abusivamente nei rilevati della superstrada circa 8000 tonnellate di rifiuti contaminati. Questo episodio costituisce il collegamento investigativo tra l’indagine denominata "Keu" e l’indagine svolta dai carabinieri del Ros denominata "Calatruria", poiché attraverso la ditta mugellana Cantini Marino, infiltrata da esponenti della cosca, è stato possibile ricostruire da parte del Ros il controllo del movimento terra nell’appalto della strada, e contemporaneamente è stato possibile ricostruire – da parte dei carabinieri forestali – la collaborazione fornita da Francesco Lerose alla ditta Cantini con la fornitura di ingenti quantitativi di rifiuti contaminati smaltiti abusivamente quale sottofondo o rilevato per le opere realizzate nell’appalto pubblico. Era nella ditte di Lerose a Pontedera e Bucine che, hanno ricostruito le indagini, venivano impiegati ingenti quantità di Keu proveniente dall’impianto (ex Ecoespanso) del Consorzio Aquarno Spa per ricavarne materiale riciclato mescolandolo con altri rifiuti da costruzione e demolizione, o di natura e consistenza ignota. Lo scopo era ottenere aggregati per sottofondi stradali. Il tutto nonostante il "Keu" fosse un materiale non inerte e non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo.

C. B.