"Il Fascismo a Pisa nelle foto di Allegrini: nessuna elegia, soltanto i costumi di un’epoca"

Renzo Castelli risponde alla "Biblioteca Serantini": "In provincia di Pisa per ‘convinzione, quieto vivere, paura’: alle elezioni del ’34 i furono 15 su 93.348"

Nell’edizione di ieri abbiano pubblicato, con riferimento alla mostra sul fascismo a Pisa in corso a Palazzo Blu, una critica della Biblioteca "Franco Serantini" a quanto ne aveva scritto il 20 dicembre scorso il collega Renzo Castelli. Che oggi così replica. "Il mio articolo non voleva essere un giudizio sul fascismo ma sulla mostra ‘Immagini del Ventennio’, cioè un’esposizione di immagini scattate dal fotografo Guido Allegrini negli anni ‘20 e ‘30 cogliendo la vita della città, immagini che volevano offrire un quadro sul costume quotidiano dell’epoca. Del resto avevo usato una frase di per sé esplicativa: "un ventennio che può apparire denso di momenti positivi". Né si possono dubbi sul senso dell’espressione "può apparire". Mi si imputa di aver fatto fatto un’elegia della goliardia quando mi riferivo esplicitamente al totem sul quale sono esposti i Numeri Unici di quegli anni. La Biblioteca ironizza anche sulle "molte opere pubbliche". Non vi furono? Emilio Tolaini, il più apprezzato storico dell’arte dell’epoca, un comunista doc, elenca nei suoi libri "42 grandi opere realizzate nel ventennio nella nostra città". La Biblioteca di certo inorridisce alla parola "consenso", un concetto, si badi bene, la cui motivazione ho cercato di scomporre in "convinzione, quieto vivere, paura (che fu poi sinonimo di quieto vivere)". Ma il distinguo non sembra sufficiente. Nel 1934 in Italia ci furono le elezioni generali. Si doveva rispondere con un ‘sì’ o con ‘no’ alla lista imposta dal regime. In provincia di Pisa ci furono 93.348 votanti (tutti maschi, ovviamente) e i ‘no’ furono 15. Naturalmente non ignoro, i 4.596 condannati (31 a morte) dal Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato e i 12mila confinati (su una popolazione di 42 milioni di italiani). Infine la Biblioteca ha voluto ricordarmi i crimini fascisti citando tre nomi (Bonicoli, Comaschi, Cammeo). Allargherò, a uso dell’archivio della Biblioteca, questa tragica mappa con alcuni nomi: Corrado Bellucci, Paris Profeti, Paolo Trivellini, Ugo Rindi, Egidio Bani, un liberale trucidato solo perché aveva criticato le violenze delle squadracce. Per non dire di Alessandro Carosi, che si presentava così: "Undici omicidi, venti ferimenti". Ne scrissi nel mio libro "Fascisti a Pisa", uscito nel 2006 e recentemente ristampato, un lavoro che fu apprezzato e presentato dagli storici Michele Battini e Paolo Pezzino, oggi presidente dell’Istituto Nazionale ‘Ferruccio Parri’.