Il drone per difendere i segreti dell’anfiteatro

Il volo servirà ad effettuare i rilievi topografici dall’alto. Obiettivo: garantirne . la sicurezza idraulica

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Il drone vola sulla bellezza schiusa e disvelata delle rovine dell’anfiteatro che non c’era, con l’obiettivo di blindare un’area che ha scoperchiato non solo un grande monumento archeologico, ma anche un fianco fragile e delicato da un punto di vista idraulico. A Volterra, nei cieli che sovrastano la scoperta rannicchiata per secoli in un anonimo terreno in quel di Porta Diana, ecco arrivare i rilievi topografici effettuati grazie ad un drone, mirati a garantire la sicurezza idraulica dell’area che culla il Colosseo di Volterra. Il consorzio di bonifica 4 Basso Valdarno scende così a supporto della soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno, nella progettazione di interventi necessari a garantire la sicurezza idraulica e di versante dell’area di scavo dell’anfiteatro romano a Volterra. In questa direzione, sono stati eseguiti una serie di rilievi topografici attraverso un drone.

L’obiettivo è chiaro: andare a ricostruire la morfologia dell’area di scavo e delle porzioni limitrofe di versante, con un progetto che consente di contestualizzare il monumento nel tessuto della Volterra attuale. I voli eseguiti a bassa quota (parliamo di 15-20 metri) hanno permesso infatti di ricostruire modelli digitali geo-referenziati del monumento di età romana ad altissima risoluzione. Il rilievo fotogrammetrico del monumento per conto della soprintendenza, coordinato scientificamente dall’istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr di Firenze, è stato eseguito grazie alla collaborazione fra consorzio 4 Basso Valdarno e il servizio Fly&Sense dell’area della ricerca del Cnr di Pisa, dedicato allo sviluppo di sistemi e procedure che utilizzano piattaforme Sapr con il quale il consorzio di bonifica ha una convenzione in essere.

L’anfiteatro, ricordiamo, è venuto alla luce nel 2015 proprio durante alcuni lavori del consorzio bonifica 4 Valdarno grazie al sistema di ‘archeologia preventiva’, ovvero saggi diagnostici effettuati in aree di alto pregio archeologico che vengono effettuati prima di avviare progetti pubblici o cantieri. Ed in questi giorni la campagna di scavi è tornata a pulsare grazie ad un finanziamento del Mibact che permetterà di sondare lo stato di conservazione di una delle gallerie rinvenute. "Avevamo chiesto risorse al ministero, e adesso sono arrivate. Questo ci consentirà di proseguire i cantieri fino alla metà di novembre – aveva commentato Elena Sorge, direttrice scientifica dello scavo terminato solamente una settimana fa e riaperto in virtù del nuovo finanziamento – parliamo di una somma non ingente, pari a 25mila euro, ma sufficiente a consentire una ripresa nel vivo dello scavo almeno per altre due o tre settimane".

I.P.