Il conciario e l’intreccio pubblico-privato Così un intero comparto finisce in ginocchio

Le peculiarità di un territorio che ha saputo imporsi sui mercati mondiali, e che ora è a rischio. E Salvini sbotta: "Il Pd pensa allo Ius soli..."

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di Gabriele Nuti

Il vanto che si trasforma in boomerang. Un meteorite si è abbattuto ieri mattina su Santa Croce dove, da oltre mezzo secolo la sinergia tra la pubblica amministrazione (e quindi la politica) e industriali conciari viene considerato un punto di forza. Un punto di forza da quando, erano gli ultimi anni Sessanta, la cittadina delle concerie dovette fare i conti con l’urgenza di disinquinare e la impellente necessità di costruire un depuratore. Ne nacque una delle più grandi "lavatrici" di scarichi industriali e civili d’Europa. Questa sinergia, questo intreccio tra politica ed economia, ieri mattina è stato letteralmente messo in ginocchio dall’operazione della Dda di Firenze.

Dai primi anni Novanta le elezioni a Santa Croce sono sempre state con risultati opposti, anche nella stessa tornata. Centrosinistra vincente alle Comunali e centrodestra di gran lunga avanti alle Politiche. Eppure i votanti erano gli stessi. Gli stessi che volevano Berlusconi o chi per lui a Roma e la sinistra a Firenze e in Comune a portare avanti quella "filiera di collegamenti" che era gradita ai conciatori. Filiera che si traduce ora, secondo le carte dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia, nelle presunte pressioni per la permanenza di Ledo Gori a capo del gabinetto del presidente della Regione. Ieri mattina Santa Croce ha iniziato il solito tran tran quotidiano accerchiata da decine di macchine dei carabinieri e dei carabinieri forestali. Il portone del palazzo municipale è rimasto chiuso, mentre dentro i militari cercavano carte e documenti, faldoni con i quali sono usciti nel pomeriggio avanzato. Lo stesso è successo all’Aquarno e all’Associazione conciatori mentre nelle aziende il lavoro arranca per colpa della pandemia.

"Ora che succederà"? La domanda più ricorrente tra la gente e nella zona industriale. Un rappresentante, da decenni ogni giorno nelle aziende, ieri è rimasto in ufficio. "In questa situazione non me la sono sentita di andare a vendere i prodotti", ci ha detto. Il sistema ora rischia di collassare su se stesso. La speranza, soprattutto per le migliaia di lavoratori, è che le aziende reggano il colpo e che le istituzioni superino il terribile momento. Dell’indagine è stato aperto il coperchio con il blitz di ieri mattina. La magistratura dovrà fare il suo corso del quale registreremo passo passo gli sviluppi.

Le reazioni a livello nazionale e regionale sono un diluvio. A partire da Matteo Salvini, leader della Lega: "Non solo gravissimi ritardi nella vaccinazione degli anziani, con troppi furbetti che hanno saltato la fila: ora nella Toscana del Pd scoppia lo scandalo di presunti reati ambientali in odore di ‘ndrangheta e che vedono indagati anche il capo di gabinetto del presidente della Regione e un consigliere dem; tutela degli anziani, vaccinazioni, rispetto dell’ambiente e lotta alle mafie sono alcune delle priorità della Lega, mentre il Pd pensa a ius soli e ong". "Leggo le agenzie e i messaggi che mi arrivano sul cellulare e strabuzzo gli occhi – le parole di Stefano Mugnai di Forza Italia – Ledo Gori, il capo di gabinetto del presidente della Regione Giani, il consigliere regionale del Pd Andrea Pieroni, dirigenti di primo piano e di lungo corso della regione e un sindaco indagati in un’inchiesta per ’Ndrangheta. Attendiamo con impazienza che la magistratura faccia il proprio lavoro, sperando sinceramente che gli indagati possano provare la propria estraneità, ma il problema politico resta tutto ed investe come un enorme maglio la sinistra". "Siamo garantisti – dice il deputato leghista Edoardo Ziello – ma ciò non toglie che l’inchiesta della Dda sollevi una questione sulla quale Giani è chiamato quantomeno a dare spiegazioni". Irene Galletti, presidente del gruppo 5 Stelle in Regione, parla di "situazione grave, il presidente Giani riferisca urgentemente in consiglio. Un quadro preoccupante".

"Che la criminalità organizzata avesse, purtroppo, solide basi anche in Toscana – la dichiarazione dei consiglieri regionali della Lega – era ormai noto e l’indagine emersa in tutta la sua gravità e capillarità in queste ore, conferma come non si debba minimamente abbassare la guardia. Quello che colpisce dalle prime informazioni è un’ipotizzata connivenza fra il comportamento illegale di alcuni vertici del settore conciario e il mondo politico regionale e locale".