Il Cascina chiude e trasloca a Ponsacco

Non vi sarà nessun centenario da festeggiare. Il sindaco Betti infuriato: "Scelta che risponde a mere logiche di convenienza"

Non è ufficiale, ma è certo: la dirigenza del Cascina ‘trasloca’ nella vicina Ponsacco portando con sé il titolo della serie D. Quella serie D, massima serie dilettantistica italiana, conquistata due stagioni fa e difesa con una grande salvezza in rimonta nella stagione appena conclusa. Mancano le comunicazioni ufficiali, ma ormai è deciso: il Cascina si trasferirà a Ponsacco e la nuova società si chiamerà o meglio si richiamerà Mobilieri Ponsacco, come un tempo, quel tempo storico del Ponsacco in serie C.

La società del presidente Valerio Sisti (foto a sinistra, a destra il sindacO Betti), lascia dunque Cascina. Quattro stagioni problematiche con una società minore di puro settore giovanile titolare della gestione dello stadio: una situazione che ha messo in difficoltà la prima e storica società cittadina priva di campi di allenamento e con un manto erboso disastroso per la categoria nonché privo di illuminazione. Così, ritenendo insostenibile la situazione, con la squadra a spasso per la provincia per potersi allenare, pagando numerosi campi, nei giorni scorsi la dirigenza del Cascina ha siglato un accordo con l’Associazione ‘Le Melorie’ di Ponsacco. La prima squadra pronta a disputare la serie D e la Juniores nazionale, si alleneranno a ‘Le Melorie’, dove sarà sviluppato anche il settore giovanile e la Scuola calcio. Il Comune di Ponsacco cercherà di far giocare allo stadio Comunale di Viale della Rimembranza i ‘rinati’ Mobilieri Ponsacco.

Intanto è intervenuto sulla questione anche il sindaco di Cascina Michelangelo Betti. "La vicenda – spiega il sindaco –, per come è maturata, rivela una mancanza di rispetto nei confronti della storia della società e della città, ancor più che dell’amministrazione comunale". "I vertici nerazzurri – spiega – ce lo avevano chiarito sin dalla promozione in Serie D dello scorso anno: per loro l’attività nel settore non era affatto legata alla storia della società. Nel 2021 avevano prospettato un passaggio in un Comune vicino, quest’anno ci hanno riproposto due ulteriori ipotesi di trasferimento. Ovviamente, alla fine, ne stanno concretizzando solo una. E questo nonostante che il Comune si sia reso disponibile ad aiutare, nelle forme consentite, la società nerazzurra. A maggio abbiamo incontrato i vertici del Cascina e abbiamo presentato l’impegno dell’amministrazione: un aiuto nella ricerca di sponsor, un confronto con le associazioni per garantire spazi adeguati, la prosecuzione degli investimenti sullo stadio. Non abbiamo avuto risposte, assistendo invece a un passaggio di sede che pare dettato dalla convenienza economica. Come viene spesso sottolineato, le bandiere non ci sono più e, da tempo, anche diverse realtà del calcio si sono adattate a una logica di puro mercato".

"Passando agli investimenti sulle strutture sportive, c’è da sottolineare che l’amministrazione comunale sta programmando vari interventi. Tra gli altri la recinzione e l’illuminazione del terreno accanto al ‘Fiorentini’, che era stato pensato appositamente per il Cascina (119mila euro). Erano poi previsti il rifacimento degli spogliatoi e i bagni per gli ospiti allo stadio Redini". Quello che è sicuro però, che a Cascina si chiude una storia lunga novantotto anni, e non ci sarà un ‘centenario’ da festeggiare nel 2024.