Green pass stampati dai dottori "No, non siamo delle copisterie"

Il presidente provinciale dell’ordine dei medici critica la scelta del Governo: "Categoria già oberata. Vi sono difficoltà perfino a trovare delle sostituzioni estive. Sanitari no-vax? La Regione è in ritardo"

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di Saverio Bargagna

"La sospensione dei medici non vaccinati? La Toscana è in ritardo". A spiegarlo è Giuseppe Figlini, presidente provinciale dell’ordine dei medici e degli odontoiatri di Pisa che pone i riflettori, fra l’altro, anche sui problemi quotidiani che devono affrontare i medici di base in questo periodo.

Partiamo dalla sospensione, in forza di legge, dei sanitari che rifiutano di fare il vaccino. Qual è la situazione a Pisa?

"Come da richiesta abbiamo messo a disposizione degli uffici regionali l’elenco dei nostri iscritti all’ordine professionale. Ora la Regione dovrà incrociare questi dati col registro dei vaccinati, in modo tale da individuare chi non ha avuto la prima somministrazione. Per adesso, tuttavia, non ci è giunta alcuna comunicazione in merito. La Toscana è in ritardo".

A Pisa vi sono sanitari che hanno rifiutato il vaccino?

"Statisticamente è possibile e non posso escluderlo. Tuttavia ritengo che si tratti di un numero estremamente esiguo".

Lei è d’accordo con la sospensione dei sanitari che non si sono vaccinati?

"A mio avviso i sanitari non coperti dal vaccino non dovrebbero restare contatto con i pazienti e ciò mi sembra ovvio. Mi spiego: vi possono essere anche dei professionisti che non hanno potuto assumere il vaccino per motivi di salute. Perché queste persone devono essere penalizzate due volte? Tuttavia, per la tutela della salute di ciascuno, è necessario che questi medici non stiano a contatto con i pazienti".

Stop all’obbligo di mascherina all’aperto: decisione giusta?

"Usiamo il buon senso. La mascherina, soprattutto nel periodo invernale, è risultata essere un presidio importante. Abbiamo visto come questo strumento abbia contrastato efficacemente il diffondersi dell’influenza. Credo che, come avviene già in diversi paesi dell’Est, portare la mascherina in luoghi affollati sia una buona abitudine che non deve andare perduta. Al contrario, in alcuni casi, all’aperto, in estate e col distanziamento opportuno, penso che sia possibile anche rinunciare a questo strumento".

Il green pass potrà essere stampato anche dal medico di famiglia. Scelta giusta?

"Affatto. Stampare il green pass è un mero atto burocratico e i medici non sono delle copisterie. Una categoria già sovraccarica si troverà un ulteriore aggravio di lavoro. Si tratta di un semplice documento che può essere acquisito a casa propria o in farmacia. E allora, perché coinvolgere anche in questo procedimento i medici di base? Se proprio si vuol agevolare gli anziani, perché non affidare questo compiuto ai giovani che svolgono il servizio civile nelle Usl? Fra l’altro...".

Che cosa?

"Trovare dottori liberi oggi è impresa quasi impossibile e con l’inizio dell’estate la sostituzione dei medici di base è assai complessa. Mancano professionisti: tantissimi sono stati assunti nelle Usca o nei centri vaccinali. Di conseguenza la categoria è già provata da numerose difficoltà. Se poi ai medici viene anche richiesto il compito di stampare dei semplici documenti, allora...".