Glifosato-free si può: studio pisano lo dimostra

Ricerca dell’Università di Pisa e della Scuola Sant’Anna per un’agricoltura più “verde” senza compromettere le rese delle colture

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Stop alla dipendenza da fertilizzanti di sintesi ed erbicidi - come il glifosato, il più diffuso al mondo - senza compromettere le rese delle colture. Ad aprire la strada verso un’agricoltura ‘green’ è l’innovativo studio coordinato dal Centro di ricerca in Scienze delle Piante della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica internazionale ‘Agronomy for Sustainable Development’. A conclusione di una ricerca di diversi anni condotta in campo, il team della Scuola Superiore Sant’Anna e dell’Università di Pisa ha valutato gli effetti della semina su terreno sodo (non lavorato) del girasole, in presenza dei residui di una coltura di copertura di veccia, pianta erbacea comune nei prati che arricchisce il terreno di azoto. "In combinazione con questa coltura di copertura è stato testato un mezzo tecnico innovativo: un rullo, economico e di facile utilizzo, il cosiddetto ‘roller crimper’ (si tratta di un attrezzo che comprime ma non taglia alla base le piante, facendole appassire mentre sono ancorate al suolo). Un sistema che mira a mantenere fertile il terreno tramite l’utilizzo dei residui devitalizzati - spiega Daniele Antichi, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee dell’Università di Pisa -. Tramite questo metodo, le piante infestanti del girasole sono state controllate del tutto, senza ricorrere all’uso del glifosato, e la coltura ha dato risultati produttivi ed economici soddisfacenti".

Questa soluzione sembra rispettare le direttive europee in materia di tutela ambientale. "L’utilizzo spropositato del glifosato ha favorito la selezione di 56 piante infestanti ormai resistenti, causando l’uso da parte degli agricoltori di pesticidi ancora più pericolosi e dal costo elevato. Oltre al prezzo ambientale - aggiunge Paolo Bàrberi, docente di Agronomia e coltivazioni erbacee della Scuola Superiore Sant’Anna -, anche la salute dei cittadini sembrerebbe a repentaglio. L’erbicida è stato inserito dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) come sostanza sospettata di causare tumori". Alla fine del 2022, "l’Unione Europea – conclude Bàrberi - dovrà decidere sul rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosate, ma è già evidente che si andrà verso una sua progressiva restrizione; alcune regioni, Toscana inclusa, si sono già espresse in questo senso. La nostra ricerca si inserisce in questo contesto con l’obiettivo di dimostrare che è possibile sviluppare sistemi colturali ‘green’ efficienti, grazie anche alla collaborazione con gli stessi agricoltori, attraverso un uso razionale della biodiversità coltivata".

Ilaria Vallerini