L’ode alla quarantena di Genovesi

La ballata pisana (dell’ex concorrente del Grande fratello) che ha invaso il web

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Pisa, 3 aprile 2020 - Guido Genovesi, nato a Cascina e pontederese di adozione, è un volto televisivo noto per la sua partecipazione al Grande Fratello e per la professione che svolge a 50 Canale. Personaggio poliedrico, per Mds ha pubblicato una raccolta di racconti dal titolo “Disconnessioni”. Innanzitutto, perché i racconti e perché questo titolo? "I racconti calzano di più con il mio modo di scrivere e di raccontare, sono più confacenti alla mia visione ironica del mondo e della quotidianità. Perlopiù io scrivo per la televisione, quindi in questo senso il racconto è semmai un prolungamento, un’estensione dell’attività che io svolgo professionalmente. Il titolo “Disconnessioni” nasce dal fatto che una parte dei racconti hanno come oggetto il mondo del web e dei social. Oggi, attraverso Google, Facebook, WhatsApp, tutti noi siamo sempre connessi, armati di smartphone, tablet e pc siamo sempre agganciati e attaccati alla rete, in questo senso la particella dis assume una valenza privativa, una funzione di allontanamento e di distacco critico. Ho cercato però di andare oltre: il libro è suddiviso in quattro parti: Disconnessioni, Disfunzioni, Dissacrazioni, Dissociazioni. In questo senso il disconnettersi non significa più solo scollegarsi dalla Rete, ma anche dissociarsi dalla realtà – e da sé stessi –, evidenziarne le disfunzioni in maniera ora ironica ora grottesca, dissacrarla attraverso una lente tragicomica utilizzando spesso il paradosso per smascherare certe anomalie. E questo è il sottile fil rouge che lega e alla fine riconnette tutti i racconti tra di loro". In questo momento che tutti siamo a casa, siamo però tutti connessi... "In effetti, questo libro non si sposa con questa quarantena, perché in questo momento il web e i social sono un po’ la salvezza di tutti noi, grandi ma soprattutto piccini – e chi glielo leva il tablet a mia figlia di otto anni! –. Al riguardo devo dire che la situazione mi offrirebbe tantissimi spunti narrativi. Ad esempio ora in rete spuntano fenomeni come funghi, sono curioso di vedere il contraccolpo psicologico quando tutto tornerà alla normalità". E lei come passa questa quarantena? "Innanzitutto ho dimezzato la mia giornata: la notte leggo tanto, e non mi addormento prima delle cinque, mi sveglio all’ora di pranzo, che diventa ora di colazione, e poi mi metto al lavoro poiché continuo da casa a svolgere la mia attività per 50 Canale, ovvero il Tg 50 Special, un tg satirico, e un programma il giovedì sera alle ore 21.00 che ha un titolo improvvisato: “Dal Grande Fratello alla Grande Quarantena”". A proposito, lei che hai fatto il Grande Fratello, non si ritiene in qualche modo più allenato in questo domicilio forzato? "xMah, devo dire che delle analogie ci sono, ovviamente con il Grande Fratello che ho fatto io, nel 2004, non con quello attuale, più simile ad una fiction che non a un reality. La cosa buona è che in casa mia non ci sono né il tugurio né Barbara D’Urso se mi scappa un moccolo, mia moglie non mi può buttare fuori di casa! (uscì fuori dal programma tv proprio per questo motivo, ndr )" Ha progetti narrativi futuri? "Avrei qualche idea per un romanzo, ma sinceramente non ho il tempo e forse neanche le caratteristiche per un progetto di ampio respiro. Ricevo molti stimoli riguardo a una raccolta di poesie – soprattutto in questo momento –, ci sono però due problemi, di natura temporale: uno, molte delle poesie che scrivo e divulgo in rete prendono spunto dalla cronaca, e la cronaca va veloce; due, nel tempo che il libro andrebbe in stampa, di sicuro avrei partorito altre poesie che mi dispiacerebbe non includere. Quindi, alla fine mi accontento di scriverle e diffonderle sui social. Ah, faccio un’annotazione linguistica. Alcune di queste poesie, soprattutto l’attuale “Ode alla quarantena”, sono diventate – un aggettivo che ora non si dovrebbe pronunciare – virali!". Cosa ci lascerà questa quarantena? "Mah, in questi giorni si sentono tante belle frasi, com’è naturale che sia. Io credo che qualcosa, per lo meno a livello di abitudini di vita, dovrà necessariamente cambiare, per lo meno inizialmente. Per quanto riguarda noi esseri umani, l’italiano nelle difficoltà riesce a superarsi, viene fuori uno spirito solidale che spesso il mondo ci rinfaccia. Nell’emergenza abbiamo insomma una marcia in più e credo lo stiamo dimostrando; non vorrei però che quando tutto tornerà alla normalità, lo spirito individualistico riprenda il sopravvento. Spero tanto di no".