La tragedia di Riglione. "Chi sa ha taciuto", l'accusa del sacerdote ai funerali

Parrocchia gremita per l’addio al 19enne morto contro un treno

Il funerale a Riglione

Il funerale a Riglione

Pisa, 28 dicembre 2017 - «ABBIAMO aspettato una settimana prima di poter celebrare (ieri pomeriggio, ndr) il funerale. Una settimana di strazio per la sua famiglia, durante la quale chi non sa ha parlato e chi sa ha taciuto. Ora è giunto il momento del silenzio». Nella sua commozione don Roberto trova parole misericordiose, piene d’affetto nei confronti del 19enne morto contro un treno all’alba del 21 dicembre a Riglione; ma anche accuse durissime verso «quelle persone e quegli adulti che non hanno saputo amarlo e capirlo».

La chiesa del paese è stracolma di ragazzi: si tengono per mano, piangono il loro amico, lo ricordano felice cercando di fare forza alla famiglia . Mentre il parroco racconta pezzi di una vita ancora tutta da inventare.

«Era un ragazzo allegro, vivacissimo, dalla battuta sempre pronta e talvolta inopportuna – continua abbozzando un sorriso dall’altare –. All’apparenza era felice e spensierato, ma andando oltre era possibile scoprire l’altra sua faccia. Quella di un giovane in cerca di risposte, in cerca di un’identità e di certezze. Chi era dunque? Nessuno può rispondere davvero perché neppure lui lo sapeva. Stava tentando di capirlo. Mi ha confidato più volte la sua inquietudine e la sua voglia di andare a fondo fino alla verità. Purtroppo durante questa sua ricerca ha incontrato persone che lo hanno rifiutato, giudicato, persone che non gli hanno prestato la dovuta attenzione e persone che addirittura si sono approfittate del suo smarrimento, se ne sono servite. Era come un uccellino a cui qualcuno aveva ferito le ali e che si divincolava per riprendere il volo. In pochi, infatti, lo hanno amato di un amore puro e incondizionato come i genitori».

LA LETTURA dedicata a Nicodemo (di giorno fariseo e maestro di Legge, di notte discepolo che invoca Dio, ndr) non è casuale: «E' stato un Crocifisso di oggi – aggiunge il parroco –. Inchiodato alla sua croce che nessuno poteva capire fino in fondo».

Forse nemmeno quegli amici che al funerale hanno letto ricordi strazianti e lasciato volare in aria palloncini rossi e bianchi? Sicuramente alcune delle risposte dovranno arrivare dagli inquirenti che stanno lavorando per confermare o smentire il nesso tra la morte del giovane e l’incendio dell’auto avvenuto a pochi minuti nonché metri di distanza; quindi analizzare l’eventuale movente dell’atto vandalico. Il proprietario del veicolo distrutto è già stato ascoltato in questura. Nei prossimi giorni la polizia potrebbe acquisire la sua denuncia per danneggiamenti.