Trovato morto per strada. "Ma Francesco non può aver fatto tutto da solo"

Francesco Avino aveva 22 anni: c’è il sospetto di un pirata

I rilievi dell'incidente. Nel riquadro, la vittima

I rilievi dell'incidente. Nel riquadro, la vittima

Pisa, 8 ottobre 2017 - Non è stato un malore a far perdere il controllo del suo Liberty a Francesco Avino, studente di 22 anni, trovato morto giovedì mattina a bordo strada. Le indagini ripartono da un punto fermo stabilito ieri, dopo quattro ore di autopsia, dal medico legale che l’ha eseguita. Una sola risposta, per il resto solo tanti dubbi, domande e un appello che strazia: «Chi sa deve parlare». E’ uscito di casa da Migliarino, dove abita, poco prima delle 9 e il suo viaggio si è fermato sull’Aurelia, stava andando al dipartimento di Ingegneria a Pisa. Un impatto violentissimo con l’asfalto ha provocato un trauma cranico forte e devastante.

LUI, volontario della Pubblica assistenza, scrupoloso, preciso, che aveva il casco allacciato, soccorso – ha raccontato chi è arrivato subito dopo – da un altro ‘collega’ ma dell’associazione livornese Svs. Immediato l’intervento, dunque, ma la botta è stata troppo forte. Neppure i 20 minuti di rianimazione del personale della Misericordia sopraggiunto in pochissimi minuti (telefonata al 118 alle 9.09, trasferita all’Arciconfraternita alle 9.10). Che cosa lo abbia fatto cadere resta un mistero. Qualcosa che può aver incontrato durante il tragitto sull’SS1, quel tratto, però, è diritto e non ci sono buche; una distrazione, anche se chi lo conosce bene lo esclude: non era un ragazzo avventato. E allora, che cosa può averlo fatto sbalzare dal suo motorino che è come volato per diversi metri in avanti, lasciando un segno, una striscia bianca sull’asfalto? «Qualcosa di grosso che l’ha soprpassato, come un camion e che può averlo urtato o risucchiato», l’ipotesi dei residenti nella frazione di Vecchiano dove la famiglia Avino abita. Un dolore senza fine per il padre Alessandro, la madre Barbara e il fratello Nicola che chiedono «soltanto la verità». Quella strada è molto trafficata ed è impossibile che non ci siano stati testimoni, si domandano tutti. «Nessuno ci ridarà Francesco», ripetono ai tanti che in questi giorni sono andati a trovarli. E, dopo l’appello di Sergio Di Maio, il sindaco di San Giuliano dove l’incidente è avvenuto, è il momento di quello del presidente della Pa di Pisa, Daniele Vannozzi. Parole addolorate, tristi. «Per favore, se c’è qualcuno che ha visto, si faccia avanti. Diamo una mano a queste persone. A un ragazzo che per sei anni si è messo a disposizione degli altri». Sì, perché Francesco era un volontario fin nel profondo. Ci credeva, pur essendo giovanissimo, un sorriso sempre per tutti.

UNA RICOSTRUZIONE difficile che si basa sugli orari, sugli ultimi momenti di vita del 22enne e che ha grosse lacune. Lui è rimasto incosciente fin da quando è stato notato dal volontario della Società volontaria di soccorso. Ma prima? C’è un buco temporale, è uscito dalla sua abitazione e poi è stato rinvenuto già devastato. Minuti nei quali, per ora, nessuno sa che cosa sia successo. Potrebbero essere utili le immagini del semaforo dell’incrocio. Mentre la polizia municipale sta bussando alle porte di case e bar della zona in cerca di notizie. Per dare qualche certezza in più al papà, la mamma e il fratello maggiore di Francesco che vogliono sapere perché.