"Foto autentiche. Pretendiamo rispetto"

Messaggio congiunto di Misericordia, Pubblica Assistenza e Croce Rossa: "Non è giusto che un paziente attenda ore dentro un’ambulanza"

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di Francesca Bianchi

"Non è stato un caso isolato". Soccorritori e mondo del volontariato cercano di fare chiarezza sulla notte dello scorso 27 ottobre, ‘immortalata’ dalla foto delle ambulanze in fila agli accessi Covid di Cisanello. Una immagine choc che ha creato allarme tra la popolazione, rimbalzando tra i social, producendo reazioni opposte e alimentando un’accesa polemica. Ad intervenire, in modo congiunto e rivolgendosi direttamente alla direzione aziendale, sono l’Associazione Misericordie Pisane, l’Anpas zona Pisana e la Cri - Comitato di Pisa che ribadiscono: "Le foto erano autentiche. Pretendiamo rispetto".

Ad accompagnare le immagini che hanno fatto il giro del web c’era un messaggio: "Dobbiamo tutti renderci conto che siamo nuovamente in piena fase emergenziale e che se non rispettiamo le regole ci troveremo in serie difficoltà. Solo con la collaborazione di tutti potremo uscirne fuori". Ma tra accuse di allarmismo e ‘messa in scena" le parole hanno perso vigore. Oggi la definitiva presa di posizione. "Sui social sono state postate foto che ritraevano almeno una decina di ambulanze in coda per accedere all’ingresso covid del Pronto Soccorso dell’ospedale di Cisanello, tra le quali alcune con medico a bordo. L’attesa per queste ambulanze si è protratta da un massimo di 11 ore a 45 per i più fortunati. Non dimentichiamo che a bordo, oltre ai pazienti con problematiche e sintomi vari c’erano i soccorritori delle Associazioni, con indosso la tuta completa, la mascherina, la visiera e i guanti con tutto il disagio che ne deriva. C’è da dire anche che il 27 ottobre non è stato un caso isolato ma, dati alla mano, anche nei giorni precedenti la situazione è stata piuttosto complicata, con attese di ore".

Poi l’affondo: "Il comunicato letto sulle varie testate con il quale l’addetto stampa della Aoup smentisce tale realtà sostenendo che le ambulanze non fossero in coda ma stessero stazionando (non abbiamo afferrato la sfumatura) per essere utilizzate come ambulatorio mobile, non ha nessun fondo di verità. Quelle ambulanze erano lì in quanto risorse a disposizione della centrale 118, da inviare a risposta delle richieste di aiuto della popolazione. Il sistema dell’emergenza territoriale ha sofferto non poco per l’impossibilità di utilizzare quelle risorse incolonnate in attesa di liberarsi". Le associazioni affermano di non trovare giusto "che una persona in difficoltà dopo aver chiamato il 118 debba attendere ore fermo dentro una ambulanza prima di accadere al Pronto Soccorso. Non troviamo giusto che i soccorritori e personale sanitario, che in questo periodo vivono un momento particolarmente complicato, debbano subire stress aggiuntivo derivante dall’utilizzo dei Dpi per ore senza motivo. Non troviamo giusto che chi si rivolge al 118 per un’emergenza sanitaria rischi di non poter vedere arrivare in tempi brevi l’ambulanza più idonea, in quanto tutte impegnate". E ancora: "Ci dispiace che la smentita della foto incriminata arrivi proprio da chi, come noi Associazioni, vive questa realtà dovuta al Covid-19 dalla stessa parte della barricata. Infine – aggiungono le associazioni - ci teniamo a confermare che la foto è autentica anche per tutte quelle persone che commentandola sui social sostenevano essere una immagine di repertorio".

La conclusione lascerebbe poco spazio a qualsiasi replica (che invece è puntualmente arrivata dall’Aoup nel giro di poche ore dalle dichiarazioni): "Questa è la realtà, le nostre Associazioni proseguiranno nel loro impegno cercando di non farsi sopraffare continuando a lavorare per il bene delle persone al fianco degli enti preposti con professionalità e rispetto, lo stesso rispetto che ci è dovuto e pretendiamo".