Fibonacci e le intuizioni che ribaltarono il mondo

Alessandro Canestrelli ricostruisce viaggi, genio e studi del grande matematico

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La figura di Leonardo Fibonacci (Pisa 1170-1242),uno dei più grandi matematici di tutti i tempi, si inquadra e trova piena maturazione in un’epoca nella quale Pisa primeggiava in diversi campi, da quello artistico culturale a quello economico.Quanto forte sia stata l’influenza dell’ambiente circostante sul giovane Leonardo, si evince chiaramente da un passo della lettera dedicatoria del celeberrimo "Liber Abaci" del 1202 nella quale, come ci ricorda Alessandro Canestrelli in un suo recente saggio dal titolo "Leonardo Pisano Per novem Figuras Indorum", il grande matematico sin da piccolo, seguì il padre funzionario della dogana di Bugia nella quale "concorreva gran numero di mercadanti". E proprio in quel contesto Leonardo "fu introdotto con mirabile magistero nell’arte delle nove figure degli Indi", ossia le cifre arabe da uno a nove.

I dati biografici, essenziali per una migliore comprensione dell’opera e della vita del personaggio, provengono, sottolinea Canestrelli – storico e divulgatore di cultura pisana – per lo più da dati di archivio e da fonti storiografiche ma in questo caso, anche dallo stesso Fibonacci il quale "narra i fatti salienti della sua vita nell’introduzione del Liber Abaci", opera dedicata a Michele Scotto (1175-1236), l’astrologo e scienziato alla corte di Federico II. Grazie ad annotazioni autobiografiche presenti nella già citata lettera dedicatoria e, successivamente in altre, veniamo a sapere dalla voce di Leonardo Pisano che "tanto mi piacque la scientia di questa arte che intesi qualunque cosa si studiava attorno a quella in Egitto, in Siria, in Grecia e in Provenza".

Si avverte, e Canestrelli ben lo sottolinea, il desiderio, di più, l’esigenza da parte del Fibonacci di inserire all’interno delle sue opere, in una prospettiva futura, gli episodi più significativi della propria vita. In una lettera dedicatoria indirizzata al cardinal Ranieri Capocci (1180-1250), presente nel trattato "Flos", una raccolta di questioni matematiche, Leonardo Pisano ricorda un evento importante ossia la sua presentazione all’imperatore Federico II che visitò Pisa nel luglio del 1227.

La nuova numerazione introdotta da Leonardo Pisano sostituì quella antica romana in uso sino ad allora e, come scrive Canestrelli, la sequenza di Fibonacci ha interessato ricercatori di molti settori scientifici: dalla chimica alla fisica, dalla botanica alla geometria e alla musica. Ma anche l’arte non è esclusa da questa preziosa contaminazione. A individuarla a Pisa, in un primo momento come un semplice arabesco presente nella lunetta sotto l’arco del portale della chiesa di San Nicola in Pisa, fu il professor Pietro Armienti. Gli intarsi tracciati sul marmo, grazie a una sapiente lettura dello scienziato, si rivelarono essere i primi nove numeri della sequenza di Fibonacci. La decorazione della lunetta,annota il professor Armienti "contiene le intuizioni geniali che hanno dato vita ad una scuola che avrebbe ribaltato la visione del mondo medievale attestando che Pisa è stata la culla del pensiero scientifico moderno".

Giovanni Bertozzi