"L’ha uccisa a colpi di martello per gelosia"

I due avevano da tempo una relazione burrascosa. La donna, pisana, è stata identificata dai carabinieri grazie all’orchidea tatuata sotto la clavicola

Chiara Corrado, la vittima, era di San Giuliano (Pisa)

Chiara Corrado, la vittima, era di San Giuliano (Pisa)

Pisa, 23 novembre 2019 - Un femminicidio. Secondo i carabinieri non ci sono dubbi: Chiara è stata uccisa dopo l’ennesima litigata scaturita per motivi di gelosia. Nata lì nel container dove il compagno, Graziano Zangari che, saltuariamente si guadagnava da vivere lavorando come manovale per arrotondare la pensione sociale di 600 euro, ha dormito fino alla fine di luglio. I due si frequentavano da almeno quattro anni: dopo aver lasciato l’appartamento in affitto a Saltocchio, sarebbe iniziata la discesa della coppia in una spirale di vagabondaggio che li portati, in pochi mesi, entrambi a cambiare 4 alloggi tra Versilia e Lucca. Finendo poi senza fissa dimora. Ma comunque uniti. Finché la relazione non è diventata veleno. A tormentarli, in base a quanto ricostruito, sarebbe stata la gelosia dell’uomo ma anche l’ambiente della tossicodipendenza.

A parlare sono i messaggi WhatsApp ritrovati dai militari, insieme alla chiave del lucchetto della roulotte, sul cellulare del 46enne durante la perquisizione nella casa di San Nicola Arcella. Litigi, incomprensioni, frasi mozze, offese. Chiara, comunque aveva scelto di restare vicino al 46enne. La donna aveva lasciato la famiglia a S.Giuliano Terme da almeno 12 anni. La sua vita era stata spezzata in due da un trauma: il distacco da parte dell’ex compagno che dopo la nascita del loro figlio, l’aveva abbandonata. All’epoca Chiara aveva 28 anni. Dopo, non è più stata la stessa. La donna aveva scelto di mollare tutto e trasferirsi a Lucca. E ripartire, trovando lavoro alle Poste di Capannori. Ma le cose non erano andate nel verso giusto e nel 2012, aveva perso il lavoro. Intanto i rapporti con la famiglia si erano interrotti del tutto, tanto che i parenti non avevano idea di dove fosse finita. Senza uno stipendio la 40enne era finita tra le fotosegnalazioni dei carabinieri per piccoli episodi di reati contro il patrimonio in Lucchesia.

Sono state quelle foto, ancora in archivio a portare i militari sulla pista giusta. E seguire le tracce dell’orchidea che la donna aveva tatuata sotto la clavicola. Lo stesso tatuaggio infatti è stato riconosciuto dai carabinieri sul corpo saponificato di Chiara. L’intuizione ha permesso di dare un nome e cognome al cadavere. E percorrere a ritroso la rete di legami intessuti dalla donna, fino all’operaio calabrese. I due, erano già noti: le forze dell’ordine erano state chiamate, in passato, durante alcune liti furibonde tra loro. Sul suo profilo Facebook, Zangari, il 25 agosto scorso, forse a delitto già avvenuto, aveva pubblicato l’immagine di un cagnolino. Il messaggio: «Come è bello Carletto». Il 10 settembre del 2009 invece, si era iscritto al gruppo ’Giornata contro la violenza sulle donne’. Claudio Capanni © RIPRODUZIONE RISERVATA