Era uno schiavo in cucina. Lieto fine per chef Anowar

Assunto con contratto regolare dal ristorante di uno stabilimento balneare dopo aver lavorato altrove gratis per mesi, costretto a dormire per strada

Il cuoco Anowar ora ha un contratto regolare

Il cuoco Anowar ora ha un contratto regolare

Pisa, 5 maggio 2022 - È stato mesi senza riscuotere lo stipendio, peraltro con una paga letteralmente da fame. E alla fine ha perfino perso la casa dove abitava perché non riusciva a pagare l’affitto. Eppure, nonostante tutto oggi, Anowar, cuoco originario del Bangladesh e in Italia con regolare permesso di soggiorno, può sorridere grazie ai suoi "angeli".

I due sindacalisti della Uil, Massimo Marino e Marco Agujari, hanno preso a cuore la sua situazione e in pochi giorni sono riusciti a trovare un lieto fine con un’assunzione nel ristorante di uno stabilimento balneare pisano e con un nuovo alloggio dignitoso. Ma il calvario che il cuoco è stato costretto a vivere resta e i due sindacalisti hanno voluto denunciarlo. "Lo abbiamo incontrato il 29 aprile scorso - racconta Marino - e ci ha raccontato di aver lavorato come cuoco in un noto ristorante del litorale pisano. Da quattro giorni purtroppo girovagava in città vivendo di stenti e senza alloggio, poiché il mancato pagamento dello stipendio fin da gennaio non gli permetteva di pagare l’affitto e quindi ha perso anche un tetto". I due sindacalisti hanno ascoltato la storia di Anowar e l’hanno corredata di tutti i documenti necessari, rivolgendosi anche alle autorità cittadine.

"E’ inaccettabile - osservano Marino e Agujari - che in una città come che vive di turismo e che si rappresenta, giustamente, davanti a tutto il mondo come un’eccellenza preziosa da scoprire, esistano storie come quelle di questo giovane lavoratore che non solo è stato schiavizzato per mesi, ma addirittura il mancato pagamento dello stipendio lo avevano costretto a finire per strada. Abbiamo informato gli organismi ispettivi competenti di ciò che stava accadendo e le eventuali indagini faranno il suo corso, ma allo stesso tempo abbiamo compreso che dovevamo agire in fretta e che la denuncia da sola non era sufficiente a fargli riprendere in mano la propria vita". Ed è stato proprio questo moto di solidarietà dopo l’indignazione che ha spinto i due sindacalisti ad attaccarsi al telefono per cercare soluzioni immediate. "Per fortuna - conclude Massimo Marino - in pochi giorni abbiamo trovato la soluzione migliore, riuscendo ad offrire ad Anowar un alloggio dignitoso e un nuovo lavoro come cuoco in un ristorante del litorale, ma stavolta con stipendio adeguato. Quando glielo abbiamo detto, si è commosso ma gli abbiamo spiegato che non doveva ringraziarci perché noi abbiamo agito per dimostrargli che la Toscana e Pisa sono abitate da gente perbene che dimostra nei fatti la cultura dell’accoglienza, del dono e della condivisione, al contrario di coloro che ha incontrato prima, ma che sono una sparuta minoranza".