Caso Scieri: "Lele è stato ucciso e la sentenza lo conferma"

Gli avvocati della famiglia Scieri: "Riconosciuti il clima di nonnismo e la responsabilità dei vertici. Chiederemo impugnazione"

Emanuele Scieri

Emanuele Scieri

Pisa, 5 febbraio 2022 - "Il giudice per le udienze preliminari Pietro Murano conferma che Lele è stato ucciso". L’avvocato Alessandra Furnari, che con il collega Ivan Albo tutela la famiglia Scieri, commenta le motivazioni uscite in questi giorni e anticipate sull’edizione di ieri de La Nazione. Due ex caporali (Panella e Zabara sono stati rinviati a giudizio), il terzo Antico, il generale Celentano e l’ex aiutante maggiore Romondia sono stati assolti per la morte del giovane parà. "Un altro elemento importantissimo già intuito alla lettura del dispositivo – aggiunge Furnari – è che Antico, a differenza di Romondia e Celentano è stato assolto per non aver commesso il fatto ("per non essere stata raggiunta, oltre ogni ragionevole dubbio, la prova della sua partecipazione al fatto"). Riteniamo che non sia stato valutato correttamento il panorama probatorio. Faremo la nostra richiesta sollecitando l’appello, ci sono punti oscuri". Altro aspetto riconosciuto "è il clima di nonnismo dato per assodato. Il gup dà atto della responsabilità dei vertici per non essere stati in grado di arginare quel fenomeno. Tant’è che si sottolinea che Celentano aveva chiesto più volte la rimozione dei vertici. E alcune rimozioni erano state fissate già prima della morte di Emanuele". Che "fu un atto violento di terzi era venuto fuori già dall’autopsia di Papi e Bargagna che trovarono ferite incompatibili da caduta. Ribadito nella nuova sentenza. Un passo avanti". Sul test chiave: "O è attendibile o non lo è", riflette.

Le difese sposano la sentenza. "Il giudice ha condiviso pienamente le argomentazioni difensive le quali erano coerenti rispetto agli elementi probatori negli atti – afferma l’avvocato Barbara Druda, che tutela Romondia – E’ emersa la totale inconsistenza delle accuse. Oltre a non esserci prova che la telefonata sia stata eseguita proprio da Romondia è emerso che l’autore l’abbia ragionevolmernte fatta per ragioni di servizio e non certo per la finalità di favoreggiamento supposta dalla Procura, tant’è che nella stessa sentenza si parla più volte di congetture non sorrette da elementi di prova".

Alberto Alessi (che con Fiorenzo Alessi segue Antico), dichiara la sua soddisfazione. "La stragrande maggioranza delle censure mosse in discussione sono state accolte". "E’ una sentenza completa – aggiunge l’avvocato Francesco Virgone, che difende Celentano – e pienamente condivisibile non solo nelle sue conclusioni ma soprattutto nella ricostruzione dei fatti. Le motivazioni relative alla decisione di assoluzione del generale Celentano con formula piena sono puntuali. Il giudice ha preso in esame tutte le prove che l’accusa ha ritenuto essere granitiche per supportare il reato contestato. Il giudice assolve il generale nel merito escludendo, peraltro, di pervenire ad una sentenza dichiarativa di prescrizione del reato e, questo, proprio in considerazione della inconsistenza degli elementi di prova a suo carico. La logica ricostruzione degli accadimenti come riportati in sentenza smantella il quadro accusatorio". "Ogni movimento del generale – sostiene – è stato analizzato e ricondotto nel giusto alveo di ciò che la difesa ha sempre detto. In sentenza viene evidenziata la non trascurabile circostanza che nessun vantaggio sarebbe derivato al generale Celentano dal comportamento così come contestato nel capo di imputazione. Generale che ha sempre tenuto un corretto e collaborativo comportamento processuale ai fini dell’accertamento della verità".