Caso Emanuele Scieri, riesumata la salma

La riesumazione nel cimitero di Noto (Siracusa) dove riposa il corpo del paracadutista morto nel 1999 nella caserma Gamerra di Pisa

Emanuele Scieri, l’allievo paracadutista trovato morto in caserma a Pisa nel 1999

Emanuele Scieri, l’allievo paracadutista trovato morto in caserma a Pisa nel 1999

Pisa, 11 maggio 2019 -  Si sono concluse questa mattina al cimitero di Noto (Siracusa) le operazioni di riesumazione del cadavere di Emanuele Scieri, il parà siracusano trovato morto nell'agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa, per il cui decesso è stata riaperta una inchiesta nel 2017 dalla procura della città toscana. Presenti i familiari che non hanno mai smesso di chiedere verità e giustizia sul caso.

Le spoglie, custodite nel cimitero di Noto, sono destinate all'Istituto di medicina legale di Milano dove i periti nella giornata di domani inizieranno nuovi esami autoptici e analisi sulla scorta dei quesiti posti dai magistrati. Lo scopo degli inquirenti  è  ricostruire le ultime ore di vita del militare e verificare le responsabilità dei tre ex commilitoni della vittima -  Alessandro Panella, 40 anni, di Cerveteri, Roma (arrestato ai domiciliari e da mesi con il solo obbligo di firma), Andrea Antico, coetaneo, residente in provincia di Rimini, e Luigi Zabara, 41 anni, di Frosinone - accusati di concorso in omicidio

"Ho sentito la madre, era preparata - spiega Alessandra Furnari, legale della famiglia Scieri - a una ipotesi del genere ma lei stessa mi ha detto, al netto della sofferenza di un genitore per evento così traumatico, che è giusto andare fino in fondo dopo due decenni di battaglie per sapere la verità". Lei oggi non era presente, troppo grande il dolore, ma è forte il desiderio di dare giustizia a quella morte. La famiglia del parà siracusano nelle prossime ore deciderà se nominare un proprio consulente per partecipare all'autopsia.

L'esame sarà eseguito da Cristina Cattaneo, direttrice del laboratorio di antropologia e odontologia forense Labanof di Milano. E' lo stesso medico legale che si è occupato di alcuni casi giudiziari, tra cui gli omicidi di Yara Gambirasio e Stefano Cucchi, o delle autopsie dei migranti affondati nei barconi nelle acque del Mediterraneo.

"E' una conferma che la Procura di Pisa sta procedendo - aggiunge Furnari - non lasciando nulla di intentato. E' il secondo accertamento tecnico non ripetibile che viene svolto nel corso delle indagini, nei mesi scorsi sono stati acquisiti degli elementi informatici dai computer in uso ai tre indagati. Si tratta di un ulteriore passo nella ricerca della verità, anzi, gli inquirenti stanno sfruttando tecnologie innovative, migliori certamente rispetto a quelle di venti anni fa".