"È una devastazione del territorio"

Il presidio del Movimento No Base: "Lievitano sia i volumi che i costi"

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In piazza XX Settembre il Movimento No Base ha organizzato un presidio, in concomitanza con il tavolo operativo interistituzionale a Palazzo Gambacorti chiamato ad individuare soluzioni alternative di riallocazione sul territorio della nuova base militare. Si tratta della terza riunione del tavolo, dopo quella tenuta a Pisa l’8 giugno e quella tenuta a Roma in data 7 luglio. "L’accelerazione impressa alla devastazione di tutto il nostro territorio, mantenendo le due opzioni dentro al parco, Coltano ed ex Cisam, e puntando all’esproprio delle aree private a Pontedera o a Ospedaletto, come rilanciato dal sindaco Conti, farà lievitare i costi di queste inutili opere e l’impatto negativo sulla collettività. - avverte Fausto Pascali del Movimento No Base. Al presidio era presente anche il consigliere comunale Ciccio Auletta: "Non solo si rilancia il progetto della base ma si prevede un ulteriore potenziamento - denuncia Auletta – sono questi gli effetti sciagurati delle politiche che centrodestra e centrosinistra, Regione, Comune e Parco hanno portato avanti in una folle e sconsiderata gara per provare ad accaparrarsi le risorse dell’economia di guerra. Prosegue così anche l’indecente asta fra il sindaco Michele Conti e il presidente della regione Eugenio Giani sulla scelta tra le aree di Pontedera e quelle di Ospedaletto. Domani in consiglio si discuterà degli esiti del tavolo grazie ad un nostro Question Time. Da parte nostra la posizione è chiara: né un euro né un centimetro quadrato per questo progetto e l’immediato utilizzo dei 190 milioni di euro per la crisi sociale e ambientale del nostro territorio". "Dobbiamo mettere in atto ogni azione contro la militarizzazione del territorio – aggiunge Rosanna Bernardini del comitato permanente di Coltano - quello che noi vogliamo è la difesa degli edifici di Coltano, ci sono edifici appetibili in questa operazione che sono l’ossatura di quel territorio, noi vogliamo conservare questi edifici e dargli una destinazione sociale, culturale e museale per rendere di nuovo viva questa comunità".

Enrico Mattia Del Punta