È cocaina, non cosmetico: padre e figlio arrestati

Quasi 2 chili (12.400 dosi) provenienti dalla Colombia in flaconi di olio per massaggi. Droga destinata al territorio. Il giovane è in carcere

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Le indagini, siamo in fase preliminare, non si sono ancora concluse e potrebbero allargarsi. La coca era nascosta in flaconi di olio per massaggi. Un plico arrivato all’aeroporto di Bologna che è stato ricondotto a due uomini italiani, un 40enne operaio di Bientina, ora in carcere, e il padre 65, pensionato di Cascina. Ieri mattina, i carabinieri del Nas bolognese – in collaborazione con quelli del Nucleo antisofisticazione di Livorno, con i militari del Comando provinciale di Pisa e personale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli dello scalo – hanno eseguito due misure cautelari (una custodia in carcere e una ai domiciliari), emesse dal gip del Tribunale di Bologna. I due sono indagati per la legge numero 309 del 1990, testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti per importazione, nel dettaglio, di cocaina proveniente dalla Colombia.

Le indagini, con metodi tradizionali e non, sono state coordinate dalla Procura della Repubblica bolognese. Sono state avviate a settembre 2021. A due anni fa risale infatti il sequestro di un plico che arrivava con un volo dal Suda America, all’interno 15 flaconi da 500 millilitri ciascuno con, ufficialmente, un cosmetico naturale all’interno, olio per massaggi. Ma dalle analisi di laboratorio sul contenuto il risultato è stato diverso. E’ emersa la presenza di cocaina liquida (la prima volta sul territorio), con gradiente di purezza pari al 21,1%, per in tutto quasi 2 chili (1,86, equivalente di circa 12.400 dosi medie singole).

Dall’indirizzo dei destinatari ai due. Per dimostrare il collegamento diretto sono stati fatti approfondimenti e anche perquisizioni. Passando al setaccio telefoni e pc (a caccia di email, messaggi, contatti), come sempre accade in questi casi. Si sta cercando di ripercorrere tutta la filiera. Quale la consapevolezza e il ruolo dei due, che sono difesi dall’avvocato Gabriele Dell’Unto, nella vicenda?

Si sta ancora accertando eventuali altre responsabilità: l’inchiesta non si è conclusa. Le attività sono state condotte dagli investigatori del Nas in sinergia con personale dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli – sezione aeroporto G. Marconi - reparto antifrode.

Ci sono adesso 5 giorni di tempo per l’interrogatorio di garanzia al 40enne e 10 per quello al babbo. E’ probabile che la difesa discuta sull’effettiva esigenza delle misure. Secondo le accuse, la droga sarebbe stata destinata al mercato di Pisa e della Valdera.