Due anni fa chiudeva la chiesa di San Francesco. Rallenta l’operazione salvataggio

Slitta per ulteriori verifiche l’accordo con la Fondazione Pisa

San Francesco con le impalcature; in alto, l’ingegner Claudio Barandoni

San Francesco con le impalcature; in alto, l’ingegner Claudio Barandoni

Pisa, 3 aprile 2018 - Le porte sono ancora sbarrate. Dopo due anni. Era l’aprile del 2016 quando il parroco fu costretto ad annunciare ai fedeli e alla città la chiusura della chiesa di San Francesco. Adesso la strada per il recupero e il restauro è segnata ma i tempi sono ancora lunghi. Tra slittamenti e ritardi.

I FONDI -  La stima totale per ‘salvare’ San Francesco è di 4 milioni di euro. Il comitato tecnico scientifico del Mibact ha approvato un piano di investimenti grazie al quale 13 milioni di euro sono stati destinati al territorio pisano. Per la chiesa di San Francesco, il Ministero ha deciso di stanziare la somma di 730 mila euro, cifra utile per realizzare interventi per verifica rischio sismico, riduzione delle vulnerabilità, restauro.  Oltre a questi fondi, da ottobre 2017 sono pronti per essere spesi anche 2,4 milioni di euro stanziati dalla Fondazione Pisa. Ma proprio in questi giorni sono slittati i tempi della firma dell’accordo tra Fondazione Pisa, Soprintendenza di Pisa e Segretariato generale del Ministero dei beni culturali per formalizzare la donazione della Fondazione Pisa. L’annuncio dell’imminente firma era stato dalla stessa Soprintendenza in occasione della conferenza organizzata dall’associazione Italia Nostra, dalla Scuola Normale e dall’Ateneo lo scorso 12 marzo. Firma probabile entro 10 giorni, questo l’esito della discussione. Ma la firma sarebbe stata rimandata a causa di alcune clausole ancora da definire, per cui sono stati richieste ulteriori verifiche da parte del Segretariato Generale del Ministero dei beni culturali con sede a Firenze. A questo punto la Soprintendenza conta di arrivare a formalizzare l’accordo entro la fine di aprile.

I LAVORI - La progettazione già predisposta dalla Soprintendenza e dall’ingegner Claudio Barandoni che si occupa anche della chiesa di san Paolo a Ripa d’Arno, riguarda interventi al tetto, alle coperture, alla facciate, alle vetrate e agli interni. I lavori, che dovrebbero partire entro la fine del 2018, dureranno almeno 3 anni. Nel frattempo, dopo gli interventi di emergenza nel chiostro, sono in partenza anche quelli per evitare ulteriori crolli con la messa in sicurezza delle coperture dell’abside e delle adiacenti cappelle del transetto della chiesa di San Francesco, il cui tetto delle cappelle di destra è crollato nel settembre 2015. Il danneggiamento del tetto coinvolge le 18 travi che sorreggono la copertura. Fu l’assessore Andrea Serfogli due anni fa, durante un sopralluogo sulle mura cittadine, a notare da quell’altezza che una parte del tetto era crollata. I vigili del fuoco misero in sicurezza l’area, poi le impalcature vennero montate anche all’interno: prima la chiusura delle tre cappelle laterali di destra, tra cui quella della famiglia Della Gherardesca, con la tomba del Conte Ugolino, poi il presbiterio e l’altare maggiore. Nel frattempo è stata realizzata un’indagine sul tetto, rivelando travi consumate al 65%.