"Un sacerdote tutto d’un pezzo che chiudeva le porte della chiesa per tenere fuori le persone che arrivavano tardi alla messa". È solo uno dei tantissimi ricordi che l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto ha raccontato ieri per l’inaugurazione dell’area a verde intitolata a Don Waldo Dolfi per 23 anni parroco di Santo Stefano a Porta a Lucca. "Un innovatore a tutto tondo – lo ricorda l’assessore Filippo Bedini che lo scelse come confessore -, creò persino una radio parrocchiale, per non tacere delle sue doti di evangelizzatore grazie a omelie che lasciavano il segno". "Don Waldo ha costruito una comunità ed ha valorizzato le nostre tradizioni ecclesiastiche, storiche ed identitarie": dice il sindaco Michele Conti mentre scopre la targa in via del Brennero al civico 22 poco distante dalla chiesetta di Santo Stefano. Dopo la benedizione dell’area a verde, l’arcivescovo ricorda l’operato e la figura di Don Waldo. "E’ stata una persona poliedrica dal punto di vista ecclesiale, sociale, storico ed artistico. A lui si devono volumi preziosi che tratteggiano la storia dei vescovi ed arcivescovi di Pisa ed un volume importantissimo dei primi restauri del Battistero. E’ stato il primo a far parte della commissione per i beni culturali a Pisa, poi membro di quella regionale ed infine arrivò anche nella commissione nazionale. Il tutto in silenzio, Don Waldo si è imposto in silenzio grazie alla sua erudizione e cultura". Benotto continua nel suo ricordo, con alcuni passaggi sulla figura del sacerdote: "Di carattere era ‘ispido’, per esortare i parrocchiani alla puntualità per la essa, decise di chiudere le porte appena iniziata la messa. Le chiamerei ‘esasperazioni’ ma danno bene l’idea di un sacerdote e di un uomo tutto d’un pezzo". L’assessore Bedini è stato suo parrocchiano e scelse Don Waldo come confessore. "Quando andavo da lui per confessarmi in via cardinale Maffi, mi riceveva in ambienti sempre colmi di libri. Ma lui non era solo colto, lui ha incarnato il suo ministero facendo comunità". Don Carlo Campinotti aggiunge: "Don Waldo era un innovatore, ha portato idee nuove prese direttamente dal Concilio. A lui si deve l’aver portato qui in questa comunità la nuova catechesi". Giuseppe Meucci – neurologo, ex primario aLivorno – è stato colui che ha dato la spinta iniziale per questa intitolazione ed ha consegnato tanti doni ai parrocchiani intervenuti così come a suor Raimonda, alla nipote di Don Waldo, Lucia Dolfi ed a Maria Scognamiglio. Lo stesso Meucci ha dichiarato: "È stato portatore di valori vissuti con coerenza, un vero e proprio modello di vita perché ha saputo camminare nel solco del Concilio e attualizzare parole come comunità, condivisione, partecipazione". Carlo Venturini