Cromo e antimonio nelle polveri di "Keu" La provincia disseminata di terre sporche

Tra i siti utilizzati per gli smaltimenti illeciti la lottizzazione del Green Park di Pontedera, l’ex Vacis di Pisa, un allevamento di cavalli a Peccioli

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Il Keu ha messo tutti nei guai. Un inerte finale che deriva dal trattamento dei fanghi prodotti dagli scarti della concia delle pelli. Era nella ditte di Lerose a Pontedera e Bucine che, hanno

ricostruito le indagini, venivano

impiegati ingenti quantità di Keu proveniente dall’impianto (ex Ecoespanso) del Consorzio Aquarno Spa per ricavarne materiale riciclato mescolandolo con altri rifiuti da costruzione e

demolizione, o di natura e consistenza ignota. Lo scopo era ottenere aggregati per sottofondi stradali. Il tutto nonostante il "Keu" fosse un materiale non inerte e non ne fosse consentita

tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo.

In base alla prospettazione degli inquirenti la cessione a terzi di riciclato contenente il Keu da parte dei Lerose continuava durante l’attività investigativa: erano dunque "del tutto disattese, secondo gli inquirenti, sia la diffida emessa dalla Regione Toscana nei confronti di Ecoespanso, sia le prescrizioni adottate nei confronti della società Lerose". Venivano così monitorate dagli inquirenti consegne per riempimenti e sottofondi in vari cantieri e i controlli impedivano che la condotta – si apprende – fosse portata ad ulteriori conseguenze: i controlli riguardavano un cantiere a Massarosa 3mila300 metri cubi), uno nell’area Galazzo sull’Aurelia, in zona immediatamente adiacente a Ikea; Castelfalfi di Montaione; Empoli, cantiere strada regionale 429 di Vadelsa, relativo all’opera di completamento della variante.

Criticità qualitative dei riciclati, prodotti da Francesco Lerose – l’unico degli indagati destinatario della misura cautelare del carcere – e da altri coinvolti nell’impianto di Pontedera e contenti Keu, erano state riscontrate nel 2017 dagli addetti Arpat – ha ricostruito la procura antimafia – nel cantiere Green park di Pontedera, in seguito sottoposto a bonifica: in questo cantiere secondo la prospettatone degli inquirenti venivano riutilizzati i riciclate provenienti dai Lerose per un quantitativo di 5.472 tonnellate per la realizzazione delle strade di cantiere. La composizione del riciclato rivenuta nel cantiere risultava a seguito di analisi "del tutto analoga alla composizione del keu analizzato all’impianto Ecoespanso" ed a quello riciclato analizzato in cantieri nell’aretino. Dalla analisi del riciclato utilizzato al Green park emergeva che questo superava i limiti tabellari e in esso era "presente una concentrazione di sostanze chimiche contaminanti, tale da rendere del tutto inservibile l’area e da imporre le procedure di bonifica". Secondo gli inquirenti le ditte dei Lerose smaltivano i rifiuti in ingenti quantitativi in siti non idonei per i livelli presenti di contaminazione del cromo e di altri inquinanti alla azienda agricola I Lecci di Peccioli per circa 7mila tonnellate e Crespina Lorenzana, con conferimenti plurimi.

Francesco Lerose, è emerso dalle indagini, fosse in stretto contatto con ambienti di spessore criminale della cosca Gallace. Questi avevano preso il controllo del subappalto del movimento terra per la realizzazione del quinto lotto della 429. Grazie a questi contatti e infiltrazioni risulterebbero stati smaltiti abusivamente nei rilevati della superstrada circa 8000 tonnellate di rifiuti contaminati. Questo episodio è stato il punto di collegamento investigativo tra l’indagine "Keu" e l’indagine "Calatruria": attraverso una ditta mugellana infiltrata da esponenti della cosca, è stato possibile ricostruire da parte del Ros il controllo del movimento terra nell’appalto della strada poi "avvelenata" dai rifiuti. Da tutto questo gli inquirenti sono arrivati ad approfondire l’attenzione sul Keu facendo scattare l’inchiesta terremoto.

Carlo Baroni