Covid, Pisa seconda in Toscana

Il matematico Giovanni Sebastiani (Cnr): "Boom contagi per la ripresa delle attività lavorative in presenza"

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di Gabriele Masiero

Il Covid non allenta la sua morsa in Toscana e il virus circola con un’incidenza assai maggiore rispetto alla media nazionale. In questo contesto, con 162.055 casi positivi dall’inizio dell’emergenza sanitaria (120 in più nelle ultime 24 ore) la provincia di Pisa è quella con il dato più alto subito dopo la Città metropolitana di Firenze e davanti alla provincia di Lucca, che di casi ne ha registrati più di 149 mila, a quella di Arezzo (126.910, 141 in più nelle ultime 24 ore) e di Livorno (126.448, 96 i nuovi casi di giornata). E poi a seguire tutte le altre. "La percentuale dei positivi ai test molecolari in Toscana - osserva Giovanni Sebastiani, ricercatore dell’istituto per le applicazioni del calcolo ‘Mario Picone’ del Cnr di Roma - è al momento al 20%, considerevolmente più alta di quella a livello nazionale, attorno all’8%. Sia in Toscana che a livello nazionale, l’analisi delle differenze settimanali mostra che la curva della percentuale dei positivi ai test molecolari è in aumento, anche se fortunatamente, le curve dei ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive hanno piccole oscillazioni attorno a valori costanti molto bassi, inferiori rispettivamente al 3% e all’1%".

L’analisi su scala provinciale mostra inoltre un incremento diffuso dell’incidenza pressoché in tutta la Toscana, ad eccezione delle province di Grosseto e Siena. "La crescita dell’incidenza nella provincia di Pisa - sottolinea Sebastiani - è in linea con quella media nelle province: il valore negli ultimi sette giorni è pari a circa 185 casi a settimana per 100 mila abitanti, aumentato rispetto a quello dei sette giorni precedenti pari a circa 150, mentre i valori delle medie rispetto alle province sono rispettivamente pari a circa 180 e 155 casi a settimana per 100 mila abitanti. Sulla base dell’esperienza negli ultimi due anni, penso che al momento il contributo prevalente all’attuale fase espansiva sia dovuto, direttamente e indirettamente, alla ripresa delle attività lavorative". Le prossime settimane, secondo il matematico, meritano attenzione perché, conclude, "dovremmo avere un contributo rilevante di nuovi contagi legati alle attività didattiche, mentre a fine mese è prevista la fine dell’obbligo dell’uso della mascherina nei mezzi di trasporto pubblici, che molto verosimilmente fornirà un ulteriore contributo alla trasmissione del virus".