"Positivo a bassa carica, può rientrare a scuola". La rivolta delle mamme, "abbiamo paura"

Accade in una scuola elementare: "Nessuna discriminazione". L’altro caso, "temo abbiano perso il test di mio figlio"

Coronavirus

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Pisa, 27 ottobre 2020 -  Caos, solo caos. Fra normative, Dpcm, protocolli, regole, certificati et cetera le famiglie sono nel caos e la situazione rischia di degenerare e di creare frizioni tra famiglie e compagni di classe. Come sta avvenendo in una scuola elementare di Pisa dove ieri mattina, dopo 21 giorni di quarantena, un bambino che all’ultimo tampone risultava ‘positivo a bassa carica’ è rientrato in classe con il via libera del dirigente Asl competente. Il piccolo è stato definito "positivo a lungo termine" e alla mamma è stato spiegato che "potrebbe rimanere positivo anche un anno. Ma non sarebbe contagioso".

Nonostante l’autorizzazione dell’Asl, tuttavia, alcune mamme dei compagni di classe hanno preferito tenere a casa i loro figli: "Chi ci assicura che non sia contagioso?", commenta una mamma preoccupata. "Nessuno vuole discriminare questo bambino, la verità – denuncia la mamma – è che non si capisce più nulla e fino a pochi giorni fa chi era positivo, anche a bassa carica, doveva ripetere il tampone e restare isolato fino a quando non sarebbe diventato negativo. Ora cosa è cambiato e perché?". Intanto la madre del piccolo si sfoga: "Purtroppo c’è chi ci tratta come appestati. Anche io sono stata positiva e il mio datore di lavoro, un privato, non accetta che rientri finché mio figlio non sarà negativo e io stessa non avrò un nuovo tampone negativo. Ho provato a prenotarlo tramite Asl e privati ma ci sono liste d’attesa infinite. L’Asl dice che mio figlio ed io possiamo tornare alla vita normale, più di questo cosa occorre? Capisco anche la preoccupazione delle altre mamme, ma cosa ci posso fare? Mi dispiace che questa situazione ci metta gli uni contro gli altri. Mio figlio lo terrei anche a casa se ci fosse la didattica a distanza, ma non c’è e non può perdere altri giorni di scuola". Sul fronte opposto: "Terrò mia figlia a casa fino al 16 novembre. Per me la priorità è la salute – spiega un’altra madre -; mia figlia è iperattiva e io ho paura. Se la mandassi a scuola e poi dai nonni, come avviene sempre, li metterei a rischio. Il fatto. Che il piccolo sia asintomatico e con carica bassa non cambia le cose: è comunque positivo. I contagi stanno aumentando, bisogna stare attenti a tutto e io non voglio rischiare".

La stessa mamma racconta la disavventura col tampone della figlia: "Lo ha fatto a Pontedera il 10 ottobre e l’hanno perso. L’ha dovuto rifare, col risultato di aver dovuto subire 3 tamponi in meno di dieci giorni". Il caos tamponi è segnalato anche da un’altra mamma: "Siamo in un limbo – dichiara -; mio figlio, entrato in contatto con l’insegnante di catechismo positiva ha fatto il tampone venerdì. Ancora aspettiamo l’esito, arrivato però ad altri conoscenti che lo avevano fatto lo stesso giorno. Sarà andato perduto?". La mamma poi aggiunge: "Non capisco perché, nonostante la Regione avesse attivato la prenotazione per un tampone rapido, quelli previsti per le scuole, a mio figlio ne è stato fatto uno standard perché mancavano le provette. Quindi anziché avere il risultato entro mezzora, viviamo nel limbo dei normali tamponi".  

Eleonora Mancini