Non si torna indietro. Il sindaco Michele Conti davanti agli appelli ricevuti di rivedere la scelta di uscire dalla Sds tira dritto: "Nessun ripensamento. Ho la responsabilità di erogare servizi ai cittadini di Pisa, soprattutto quelli più fragili, e di amministrare i soldi pubblici con oculatezza e buon senso. E così intendo procedere. La Società della Salute della zona pisana è come un Golem, un gigante di argilla forte e ubbidiente, impiegato per svolgere molti lavori, ma che col tempo si trasforma in forza ambigua che può sfuggire al controllo con risultati catastrofici e alla propaganda dei rappresentanti del centrosinistra, oppongo la forza dei numeri e un senso delle istituzioni che, in questa fase, non tutti dimostrano di avere continuando a difendere l’indifendibile".
E’ durissima la presa di posizione del primo cittadino che per settimane non ha risposto agli attacchi politici, ma che dopo la decisione di disertare l’assemblea dei soci che ha fatto saltare l’aumento della quota capitaria mette in fila i numeri: "Nel 2023 la perdita di esercizio era di oltre 1,6 milioni di euro che ha generato un deficit patrimoniale di oltre 1,5 milioni. Cifre consistenti per le quali il consorzio non ha indicato le modalità di copertura. A questa situazione gravemente negativa si sommeranno, verosimilmente, le probabili perdite del 2024 stimabili in quasi 400 mila euro, nonostante gli sforzi dell’attuale direzione che ha contribuito a migliorare gli andamenti economici. Non si tratta di un momento di difficoltà davanti al quale ci tiriamo indietro, si tratta della deflagrazione di un’organizzazione che sconta anni di problemi strutturali, aggravati da una gestione politica recente miope, ideologica e concentrata più sul consenso che sui reali bisogni dei cittadini".
Poi, Conti a chi lo accusa di disinteressarsi dei fragili risponde che "Pisa ha esigenze diverse e maggiori rispetto agli altri Comuni dell’area: dobbiamo accrescere il sistema di welfare per dare più servizi a coloro che sono in difficoltà e dobbiamo far arrivare aiuti diretti a chi ne ha bisogno, superando il sistema dei tanti progetti bizantini della Sds che non hanno portato niente alla comunità cittadina". Il primo cittadino insiste: "Non è un tabù non avere un consorzio come la Società della Salute: i Comuni di Livorno o Lucca, per fare due esempi a noi vicini, non ce l’hanno. Chi guida politicamente la Sds pisana ha perso la bussola. Abbiamo impugnato la delibera per l’aumento della quota capitaria senza il precedente passaggio obbligatorio nei consigli comunali degli enti consorziati: una condotta per noi inaccettabile e reiterata anche nella proposta dell’ulteriore aumento per l’anno 2025, presentata nell’assemblea di questi giorni".
E conclude: "Di fronte a questi atti unilaterali e bizzarri, il passo indietro si rende obbligatorio. Con buona pace di chi ha fatto di tutto per mettere in difficoltà i Comuni e vorrebbe scaricare le proprie colpe sugli altri".