Il Comune di Pisa abbandona rete anti-discriminazioni, l'Arcigay attacca

Per l'amministrazione "sono venute meno le motivazioni per l'adesione all'accordo". Martedì 13 un presidio di protesta

Il sindaco di Pisa Michele Conti (Foto Valtriani)

Il sindaco di Pisa Michele Conti (Foto Valtriani)

Pisa, 12 novembre 2018 - Polemica tra la giunta comunale di Pisa e l'Arcigay dopo la decisione dell'amministrazione pisana di recedere dall'accordo tra Regione Toscana ed enti pubblici locali della Toscana che avevano aderito a Ready, Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni che ha il compito di promuovere il confronto e la massima integrazione delle politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche, gay, bisessuali, trans gender e intersessuali.

La decisione è stata resa nota dalla stessa amministrazione che, spiega una nota, ritiene "siano venute meno le motivazioni per l'adesione all'accordo e che non sia opportuno proseguire in continuità con gli accordi presi dalla precedente amministrazione. Pertanto ha deciso di restituire la cifra di 2mila 800 euro stanziata dalla Regione per ogni Comune aderente, per la presentazione del programma di attività 'Ready for visibility' ".

"L'educazione dei minori - afferma il vicesindaco Raffaella Bonsangue - deve restare di competenza delle famiglie. La fragilità dell'infanzia e dell'adolescenza non può e non deve essere turbata da pregiudiziali ideologiche da cui i bambini devono rimanere immuni per crescere sereni e conquistare la maturità nella piena e libera contezza di sé. Gli orientamenti e le condotte sessuali sono e devono rimanere un fatto privato e frutto di una scelta adulta".

La decisione ha portato Arcigay a promuovere per martedì 13 novembre un presidio di protesta, alle 16 sotto la sede del Comune, "contro l'omo-bi-lesbo-trasfobia della nuova amministrazione".

Alla manifestazione parteciperà la consigliera regionale del Pd Alessandra Nardini che annuncia anche che porterà la questione in Consiglio regionale. "Sindaco hai scelto da che parte stare: quella della discriminazione. Traditi gli elettori che ti credevano un moderato", il commento di Nardini.(