Detenute a scuola per parrucchieri. ‘Ricciolo di libertà’

L’iniziativa Cna al Don Bosco

MANI DI FORBICE E CUORE D’ORO Simona Matteucci (responsabile commerciale organizzativo Gsg) e Carlo Musto presidente acconciatori Cna provinciale Pisa

MANI DI FORBICE E CUORE D’ORO Simona Matteucci (responsabile commerciale organizzativo Gsg) e Carlo Musto presidente acconciatori Cna provinciale Pisa

Pisa, 19 marzo 2019 - «Un ricciolo per la libertà». Parrucchieri Cna collaborano con la casa circondariale Don Bosco di Pisa. Sono stati consegnati gli attestati di partecipazione a 6 detenute del reparto femminile. E si è conclusa così «la prima (bellissima) esperienza di volontariato che ha portato a termine un percorso formativo di avvicinamento al lavoro del parrucchiere, della durata di 3 mesi», spiega l’associazione. Un progetto di formazione, battezzato “un ricciolo per la libertà” che ha richiesto circa 2 anni e mezzo di impegno (e di burocrazia) affinché potesse prendere forma da parte dell’area pedagogica del carcere in collaborazione con l’Accademia di Formazione Gerry Santoro - Hi.Love di Santa Croce sull’Arno e il presidente di Cna acconciatori Carlo Musto. A completamento della cornice di volontariato che ha creato il progetto, il materiale e le attrezzature da lavoro (del valore di circa € 800) sono state acquistate grazie all’associazione Fidapa che ha organizzato cene di beneficenza per recuperare i fondi. Le lezioni sono state svolte, a titolo completamente gratuito dai Formatori dell’Accademia Gerry Santoro Group, in particolare, Simona Matteucci, (responsabile commerciale organizzativo Gsg ) - Carlo Musto, titolare salone parrucchiere unisex a Marina nonché maestro artigiano Toscano e presidente acconciatori Cna provinciale Pisa - Marco Paolini, titolare salone parrucchiere unisex a Lucca e formatore leader - Lisa Ghionzoli, titolare salone parrucchiera a Navacchio e assistente alla formazione. Le detenute del corso sono state coinvolte anche nella partecipazione alla speciale seconda edizione della giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre scorso dal titolo “Un abanico per volare”.

Musto ha commentato: «E’ l’esperienza pratica e la costanza che dimostra che si possono ottenere risultati con impegno serietà e pazienza; ma i risultati e le soddisfazioni prima o poi arrivano. Nell’ottica dell’inclusione sociale di donne che stanno pagando il loro debito alla società, tutti i formatori hanno offerto un prezioso contributo all’acquisizione di competenze, all’implementazione delle proprie capacità e all’innalzamento dell’autostima». Nella giornata conclusiva, ciascuna allieva ha svolto e descritto il proprio lavoro pratico, eseguito su una compagna modella per l’occasione, e hanno raccontato dell’esperienza nel suo insieme vissuta fin dall’inizio. Esperienza raccontata e con elogi anche da parte degli organizzatori e dei formatori per l’impegno “delle bimbe di Don Bosco”. «Altre detenute hanno chiesto di partecipare», aggiunge Musto. «Anche per noi è stata una scoperta che ci ha fatto capire il senso di come la società si possa e debba adoperare per accogliere le persone che hanno violato la legge e si possa dare loro un’altra possibilità!».