Caso Ragusa, Logli attende la Cassazione. La cugina di Roberta: "Sara recita un copione"

Terzo grado di giudizio per la vicenda di Gello

Sara Calzolaio

Sara Calzolaio

Pisa, 9 luglio 2019 - «Ha iniziato a parlare al presente di Roberta da un certo punto dell’intervista in poi, come se qualcuno, magari gli avvocati difensori di Logli o non so chi le avessero fatto un cenno preciso. Mi pare chiaro che in quella famiglia tutti ora stanno recitando una parte in commedia». Marika Napolitano, è una delle cugine romane di Roberta Ragusa, e commenta così l’intervista a Sara Calzolaio mandata in onda domenica da «Quarto Grado». Domani, con la sentenza della Corte di Cassazione attesa in serata, Antonio Logli conoscerà il suo destino: rischia vent’anni di carcere, dop due condanne in primo grado e in appello, per l’accusa di omicidiio volontario della moglie e distruzione di cadavere.

«Ho visto la puntata di domenica e anche quella dei figli - racconta Marika - ma preferisco non commentare le parole dei ragazzi che comprendo possano essere legati così tanto al padre. Semmai mi chiedo come lui, adesso che si avvicina il rischio di finire in carcere, abbia deciso di esporli così tanto dal punto di vista mediatico, come se fossero merce di scambio».

Più duro il giudizio sull’intervista alla nuova compagna di Logli, la donna che ha preso il posto di Roberta in casa: «Quel parlare di lei al presente - dice Marika Napolitano - è un modo per continuare a offenderla come è stato fatto in tutti questi anni. Spero solo che la Cassazione le dia finalmente giustizia, anche se purtroppo non sappiamo neppure dove portarle un fiore. Continuare a ritenere, come ha fatto Sara e dicono da sempre i Logli, che sia viva da qualche parte è un insulto a Roberta, anche da morta. Ma non credo che questo possa influenzare i giudici che con due sentenze hanno già stabilito che Logli ha ucciso sua moglie e ne ha distrutto il cadavere, così come la Cassazione stabilì che non vi era alcun elemento che facesse propendere per un suo allontanamento volontario ma ordinò un processo per omicidio».

Per questo, sottolinea Marika Napolitano, «aspetto solo il momento della giustizia: Roberta era una brava donna, un’ottima madre e si è comportata bene anche da moglie e non merita di essere tratta così ora che non può più difendersi». «Mi aufguro che la magistratura - conclude - faccia giustizia anche se non riuscirò ad avere pace fino in fondo finché qualcuno non ci dirà che fine ha fatto questa povera figlia. Sì, figlia perché era come se lo fosse per me: sono la cugina più grande e e quando lei è nata io avevo vent’anni».