Caso Ragusa, Logli vuole la revisione del processo: in campo una genetista

Si cercano prove. L'uomo si difende: "Da due anni in carcere a Massa. La verità verrà a galla"

Antonio Logli e la moglie Roberta Ragusa

Antonio Logli e la moglie Roberta Ragusa

Pisa, 13 luglio 2021 - Un lavoro su più fronti. A caccia di nuove prove, ma non solo. in campo c’è anche la genetista forense, dottoressa Teresa Accetta, insieme alla criminologa Anna Vagli e al nuovo legale di Antonio Logli sul cui nome, per ora, viene mantenuto il più stretto riserbo.

"Arrivare alla revisione processuale resta, ovviamente, la priorità – spiega Vagli –. Ma ci sono, appunto, anche altri fronti, ecco perché stiamo lavorando con la dottoressa Accetta". Ma su quali binari si sta muovendo la strategia difensiva dell’uomo accusato e condannato in via definitiva a vent’anni di carcere per l’omicidio e l’occultamento di cadavere della moglie, Roberta Ragusa, scomparsa e mai ritrovata, nella notte tra il 13 e 14 gennaio 2012 da Gello di San Giuliano? «La Cassazione ha passato definitiva la sentenza di condanna rilevando, anche, che la difesa non ha proposto piste alternative – sottolinea Vagli –. Noi, quelle piste, le stiamo cercando". Riguardo ad Antonio Logli, Vagli conclude: "Quello che sta vivendo Antonio in carcere, non lo augurerei neppure al mio peggior nemico – dice la criminologa –. E’ difficile trovarsi reclusi da due anni e gridare la propria innocenza senza essere in alcun modo creduti. E’ un uomo molto provato. Studia, lavora e prega moltissimo. Ad oggi Roberta Ragusa è ancora scomparsa ma il signor Logli, nonostante la sua condanna, non smette di credere nella giustizia". Concetti questi che esprime lo stesso Logli che, nei giorni scorsi, ha scritto dal carcere a Fanpage.it: "Sono esattamente due anni che mi trovo ingiustamente detenuto nel carcere di Massa Carrara, dove sconto la pena per aver ucciso la madre dei miei figli che ancora dopo nove anni risulta essere scomparsa – afferma –. Anche se il clima che si respira qui a Massa é buono, tutto è terribilmente difficile".

"L’unica cosa che mi spinge ad andare avanti – ha concluso Logli sempre secondo si legge su Fanpage.it – è il bene che nutro nei confronti della mia famiglia. Per questo non ho ancora perso la speranza. La verità, quella vera, prima o poi verrà a galla". Nei mesi scorsi, lo ricordiamo, la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo ha respinto il ricorso di Antonio Logli, nel quale il marito di Roberta Ragusa sosteneva che, nel corso dei tre gradi di giudizio fossero stati ignorati elementi a suo favore e fosse quindi stato violato il diritto a una giusta difesa. Ma per i giudici europei il processo è stato equo e non ha leso, né compresso i diritti della difesa.