"Carriera alias, corretta l’azione della scuola"

Il sottosegretario Sasso: "La preside si è mossa nel rispetto delle norme. Errato imporre il capriccio del singolo come regola del vivere comune"

Nuove polemiche per il caso di Geremia, lo studente transgender di 17 anni del liceo scientifico "Dini" al quale è stata rifiutata (almeno per ora) l’attivazione di una carriera alias che consetirebbe di registrare il suo nome maschile al posto dell’identità femminile. Il tema sarà discusso nel collegio dei docenti del prossimo 13 dicembre, ma ha dato il via a una aspra polemica politica. Di ieri l’intervento del sottosegratrio al Ministero dell’istruzione, Rossano Sasso che si schiera in difesa della dirigente d’istituto, Adriana Piccigallo alla quale esprime "solidarietà per un’aggressione mediatica che sta subendo, ennesimo episodio di intolleranza nei confronti di chi, legittimamente, esprime dubbi e riserve riguardo al modo più opportuno di trattare la questione della percezione di genere in ambito educativo. La preside in questione si è mossa nel rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente, ma paga lo scotto di non essersi conformata al pensiero unico che si sta tentando di imporre con pressioni oggettivamente inaccettabili".

Il sottosegretario continua: "Massimo rispetto per quegli studenti che hanno deciso di affrontare una transizione e che hanno tutti i diritti di usufruire degli strumenti che garantiscono loro benessere psicofisico e inclusione. Altra cosa è lasciare la scuola nelle mani di ideologie oltranziste che vorrebbero imporre l’arbitrio e il capriccio del singolo come regole del vivere comune, tacciando di intolleranza e omofobia chiunque la pensi diversamente. Non si contano, purtroppo, i genitori e gli stessi studenti costretti a reprimere qualsiasi forma di dissenso per paura di essere messi alla gogna. Se si tratta di promuovere una legge che inasprisca le pene per chi offende, minaccia o commette atti di violenza sulla base di discriminazioni sessuali, noi della Lega ci siamo e siamo già pronti. Ma – sottolinea Sasso – nessuno ci chieda di abbandonare la scuola, i nostri figli e tutte le famiglie italiane di fronte all’assalto di teorie fondamentaliste e alle occupazioni di istituti perché manca il bagno per chi non si sente né uomo né donna".

A stretto giro, nella serata di ieri, la replica del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni: "Ed ecco puntuale il leghista d’ordinanza che fa del pregiudizio la propria missione. Il sottosegretario Sasso che interviene sulla vicenda del liceo di Pisa dove uno studente e la sua famiglia sono stati ostacolati nel percorso di transizione parla per caso a nome del ministero dell’Istruzione? Lo chiedo al ministro Bianchi che dovrebbe dire una parola chiara. Sarebbe grave se fosse la posizione del governo. In caso contrario, come penso – aggiunge in una nota –, sono solo parole inconsistenti e piene solo di propaganda e pregiudizi. E quindi - conclude Fratoianni - assolutamente inutili".