Capaci, 30 anni dopo: ecco chi era Francesca

Domani al museo delle Navi Antiche Felice Cavallaro presenta il suo romanzo che racconta la storia d’amore tra Falcone e la Morvillo

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A trent’anni dalla strage di Capaci, Pisa Book Festival dedica uno spazio alla presentazione del libro "Francesca. Storia di un amore in tempo di guerra" (Solferino) dello scrittore e giornalista Felice Cavallaro, storica firma del Corriere della Sera. L’appuntamento è per domani alle 18 al museo delle Navi Antiche e l’autore dialogherà con la giornalista Candida Virgone. La storia d’amore tra Francesca Morvillo e Giovanni Falcone è il fulcro di una vita spesa tra processi, scorte, auto blindate e lutti in una Sicilia infestata dalla mafia.

Come nasce il romanzo?

"Ho tentato di rendere giustizia alla figura di Francesca Morvillo, gran donna che ho avuto il piacere di conoscere da ragazzo. Una protagonista assoluta di quegli anni che però spesso è stata ricordata solo in quanto moglie di Giovanni Falcone e vittima di una strage".

Non è poco.

"Certo, ma lei merita di essere ricordata anche per quello che era, per il suo impegno e la sua professionalità. Francesca è stata figlia, sorella, moglie di giudici e magistrato a sua volta al Tribunale per i minorenni di Palermo. Aveva idee innovative e anticipatrici per il suo tempo sull’importanza della lotta alla mafia a partire dai più giovani, come dimostra anche il servizio svolto al doposcuola per i figli dei detenuti dell’Ucciardone".

Nella sua ricostruzione, come è definito il loro rapporto?

"Francesca è stata un baluardo per Falcone, nella lotta alla mafia e nell’osteggiare polemiche e veleni che lo circondarono. Si è trovata a dover condividere con il marito una vita di angosce e timori. Il loro amore non è mai stato sereno, perché intervallato da eventi tragici come gli omicidi di Boris Giuliano, Pio La Torre, Gaetano Costa e altri. Il libro ricostruisce il loro vissuto, spesso rimasto in secondo piano, per scardinare l’immaginario eroico che li circonda dando spazio a una narrazione che li restituisce come persone uguali a noi senza però far venire meno il loro straordinario impegno civile quotidiano".

Sono passati trent’anni dalla strage, questa storia può parlare alle nuove generazioni?

"La scelta del romanzo è stata uno stratagemma letterario per ampliare la platea dei lettori, con l’obiettivo di attrarre anche i più giovani e avvicinarli così alla storia di quei terribili anni". Ilaria Vallerini