Bimba di un anno positiva Quarantena all’asilo nido

La febbre comparsa dopo un vaccino, cinque giorni per avere i risultati del tampone. L’Aoup conferma i ritardi: lavoro notturno per recuperare

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Cinque giorni per avere il risultato del tampone e solo ieri pomeriggio l’esito: positiva. Una bambina di neanche un anno, che per due giorni ha frequentato un nido privato di Pisa, è risultata positiva al Coronavirus. Il nido è stato subito contattato dai medici della Asl che hanno attivato il protocollo previsto, avvisando i responsabili della struttura della positività della piccola di modo che possano informare le persone e i familiari di chi con lei ha avuto contatti nei giorni passati. La bambina ha frequentato il nido fino a lunedì e poi da allora, per una febbre attribuita al vaccino fatto martedì, è rimasta a casa. La vicenda della piccola e la lunga attesa per avere il risultato del tampone sono uno degli effetti del caos e dei ritardi che nell’ultima settimana stanno caratterizzando la sanità pisana e non solo. L’Aoup conferma i forti ritardi nell’analizzare i tamponi, perché in questi giorni "sono mancate le plasticherie", fanno sapere. E da ieri, risolto l’approvvigionamento, si procede anche con il lavoro notturno per recuperare gli enormi ritardi accumulati. Ma la situazione è davvero critica e tocca nel vivo la vita delle persone, condizionandola nei risvolti pratici e psicologici. I genitori della bambina raccontano: "Martedì la piccola ha fatto il vaccino e ha subito avuto la febbre. Mercoledì nulla, poi, giovedì, febbre da cavallo, venerdì 37.7. La pediatra a quel punto ci ha detto che non era possibile fosse la reazione al vaccino e, da prassi, ha ordinato un tampone. Sabato mattina abbiamo portato la bimba in via Garibaldi e ci hanno spiegato che il risultato lo avremmo avuto entro 48 ore". Nel frattempo, i genitori hanno scelto di rimanere a casa in isolamento e si sono registrati al sito della Regione Toscana per ricevere il risultato del tampone. "Una procedura macchinosa, sfinente – dice la mamma -; perché ogni volta bisogna inserire il codice fiscale, aspettare l’invio di un codice sul cellulare, inserirlo e vedere se c’è il referto. Ho fatto questa procedura per 4 giorni di fila molte volte all’ora, e in uno stato d’animo angosciato e già provato dall’aver assistito alla tamponatura di nostra figlia. Uno strazio".

L’attesa ha naturalmente condizionato anche il padre, soggetto allergico, che ha iniziato a interrogarsi sulla natura del raffreddore da fieno che in questi giorni lo ha colpito mentre era a casa. Una reazione a catena, insomma. E in tutto questo anche la rabbia: "Ci hanno detto che in 48 ore avremmo avuto il risultato. Sono passati cinque giorni. Noi lavoriamo, abbiamo una vita quotidiana da gestire. E’ scandaloso. Ci siamo attaccati al telefono, al numero indicato dalla Regione. Non ha mai risposto nessuno, neppure alla pediatra". Ieri pomeriggio, all’improvviso, la famiglia riceve la telefonata del medico della Asl con il responso. Le viene subito fissato un appuntamento per un tampone urgente. Ai genitori viene chiesto di auto-isolarsi finché non arriverà la risposta. Ma ormai è già il caos.

Eleonora Mancini