"Base militare in un Parco? Cialtroneria"

L’ambientalista Gennai (già direttore di San Rossore): "E il progetto della Darsena Europa è miope e dimentica il nostro litorale"

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"La base militare a Coltano? Rasenta la cialtronaggine e con la Darsena Europa, Livorno fa solo i suoi leciti ma miopi interessi". È la netta posizione, sui due temi ambientali caldissimi, di Andrea Gennai già direttore del Parco di San Rossore fino al 2016, docente ad Unipi, di Strategie di gestione delle aree protette, e consulente scientifico per la trasmissione Rai, Geo, e direttore facente funzione del Parco delle Foreste Casentinesi. "Pensare ad una base militare in un parco rasenta la cialtroneria e non credo che "la macedonia" dello stesso progetto e cioè di fare "pezzetti" di base sparsi qua e là, sia percorribile, fattibile e sostenibile".

Gennai fa l’esempio della villa Medicea e delle stalle del Buontalenti dove stando anche ad una mitigazione del progetto originario di 70 ettari di base militare, dovrebbero andare uffici tecnici-aule studio ed i reparti del Gis. "Quelle strutture come altri manufatti di Coltano hanno una pianificazione d’uso consona all’attività agricola e turistica del parco. Dal 1979, si è proceduto con attente e calibrate pianificazioni territoriali tutte strategicamente volte alla valorizzazione e tutela della biodiversità, dell’agricoltura biologica e del turismo di qualità. È vero che alcuni obiettivi non sono stati raggiunti ma far scendere come fulmine a ciel sereno un progetto rivisto o meno, di una base militare vuol dire stravolgere quasi 40 anni di pianificazione".

"A questo punto – riprende Gennai – si abbia il coraggio di togliere Coltano dal parco". Gennai poi rincara la dose appellandosi a quanto l’Unione europea pretende dal nostro Paese. "La strategia europea comprende impegni e azioni specifici da realizzare entro il 2030 con la creazione di una più ampia rete di aree protette a livello dell’Ue sulla terraferma e in mare. L’Ue amplierà le aree Natura 2000 esistenti, proteggendo rigorosamente le zone ad altissima biodiversità e con un valore climatico molto elevato. E noi che facciamo? Una base militare in un parco?".

Veniamo alla Darsena Europa un’opera con un quadro economico di 450 milioni di euro con un pinnacolo che avanzerà in mare per circa 1.500 metri verso le secche della Meloria, una diga foranea esterna di 4,6 km, e 16 milioni di metri cubi dragati per abbassare i fondali di 5 metri.

"Ecco, a differenza della ‘nuova’ pianificazione di Coltano, qui il porto di Livorno è coerente con se stesso. La vocazione del porto labronico è industriale e quindi si pensa ad aumentarne produttività ed efficienza. Una programmazione è coerente ma miope: non guarda al litorale pisano e nemmeno alle secche della Meloria che sono ricomprese nel santuario dei cetacei. Si parla di opere di compensazione mentre il termine tecnico da usare è opere di mitigazione dell’impatto ambientale. Questo tipo di opere sono però più costose e vanno messe in programma ed attuate nei tempi necessari".

Le opere compensative infatti suonano parecchio di riparazione di un danno già avvenuto. "L’economia islandese si basa molto sul turismo di qualità come l’osservazione delle balene. Noi le abbiamo, abbiamo un santuario ma ciò che avevamo pianificato e cioè il turismo a vela verso le secche della Meloria non decolla. Fatto sta che l’arrivo di mega navi cargo rappresenta sicuramente un’allerta per l’ecosistema marino della nostra costa e delle zone marine protette. Ricordo le allerte già lanciate per le "specie" aliene nei nostri mari e canali e fiumi".

Carlo Venturini