"Base militare: Giani e il Pd rispettino di più i territori"

Il sindaco di Pisa si arrabbia: "Pontedera? Pensavo a una boutade, invece temo sia il tentativo di Letta & C. per uscire dall’impasse in cui si sono cacciati"

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Paola

Zerboni

Non si governa con gli slogan. "Io dico sempre io, “contano i fogli“, conta cos’è scritto nero su bianco. Nel decreto ministeriale c’è scritto “territorio comunale di Pisa“. Pontedera non mi risulta sia una frazione di Pisa, non vorrei che il presidente Giani, a furia di girare la Toscana in lungo e in largo, si fosse un po’ confuso. Oppure a che gioco gioca? I territori e le istituzioni meritano più rispetto..".

È arrabbiato e non lo manda a dire, il sindaco Michele Conti, dopo che il governatore toscano ha rilanciato l’ipotesi-Pontedera – nell’area di Pardossi-Santa Lucia dove, vent’anni fa la ‘Valdera dei motori’, sognava un futuro a tutto gas sulla pista di un autodromo stile Monza (progetto targato Pd mai andato oltre gli annunci) – come piano B per accogliere la cittadella militare che il ministero della Difesa intendeva realizzare intorno all’ex centro radar di Coltano. Al vertice di giovedi a Roma, l’ipotesi Coltano viene definitivamente accantonata. E si fa largo l’ipotesi ”spacchettamento“ e insediamenti diffusi. Sempre nel Comune di Pisa. A meno che...

Sindaco, a meno che non vi sorpassi Pontedera...

"Non scherziamo. Quando Giani, alla prima riunione del tavolo interistituzionale che si è tenuta a Pisa, propose Pontedera pensavo a una boutade. Magari detta in buona fede raccogliendo una disponibilità di un altro territorio della Regione Toscana che, giustamente, Giani considera tutto uguale. Non è così per il Ministero e l’Arma in tutte le sedi avevano già chiarito che il loro interesse era rimanere vicino all’aeroporto militare di Pisa. Non a distanza di 20 km. Altrimenti per loro tanto vale rimanere a Livorno..."

Però il governatore insiste. Che possibilità ci sono, secondo lei, che la linea di Giani passi?

"Alla seconda riunione, incredibilmente il presidente Giani ha rilanciato l’idea Pontedera, pur confermando la disponibilità della Regione a cedere l’area di proprietà a Ospedaletto. Però è anche emerso chiaro che in quella direzione la strada è sbarrata: l’area individuata a Pontedera è su terreni privati che vanno espropriati, con procedure lunghe e incerte. I Carabinieri hanno fatto capire chiaramente di non volersi avventurare in simili pastoie. Poi c’è un motivo più cogente che impedisce di cercare soluzioni diverse rispetto a Pisa: nel decreto Ministeriale si parla di individuare soluzioni alternative nel Comune di Pisa. Le amministrazioni pubbliche parlano per atti, se Giani ha idee diverse chieda di uscire dal tavolo. Se poi non troveremo una soluzione, che però a me pare più vicina, rientrerà in gioco in un secondo momento".

Ma secondo lei come è venuto fuori il piano B di Pontedera?

"Ah, non lo so. Forse è venuto fuori a quella famosa riunione prima delle elezioni di Bientina, con Letta, Giani e il sindaco di Pontedera... Mi pare evidente che il Pd su questa vicenda sia andato un po’ in difficoltà. E anche il presidente Giani. Forse si è tirata fuori la carta “Pontedera“, per tentar di uscire da un impasse che è tutto interno al Pd. Ma vorrei dire al governatore che Pisa non merita questo. Pisa deve essere rispettata, non può essere tenuta sotto scacco dalle beghe interne del Pd o di qualunque altro partito. Quando si amministra, lo si fa nell’interesse di una comunità, le scelte si fanno per i territori al di là delle beghe politiche. Io lo capisco, il governatore. È stato contestato a Pisa e Piombino, qui per la base militare, là per il rigassificatore. Ma gli ho anche spiegato che non si può far spaventare da un’assemblea pubblica. Il contronto democratico è così, c’è anche chi ti contesta. Pisa non è Piombino e la base dei carabinieri non è un rigassificatore. Pisa ha una tradizione di movimenti, comitati molto attivi su temi di carattere nazionale; queste realtà hanno dato voce al loro dissenso nell’assemblea pubblica alla Leopolda, ma non rappresentano tutta la città. Io giro nei quartieri, parlo con la gente posso dire che il sentimento diffuso dei pisani è: no alla base da 70 ettari, ma nessuna contrarietà all’insediamento dei carabinieri sul territorio".

Lei dice “non è tutto fronte del no“. Ma alla Leopolda e ai cortei di Coltano erano tanti.

"Certo. Ma a Pisa c’è anche una grande tradizione di convivenza con i militari. E questa semmai è una grande occasione per razionalizzare i spazi esistenti, o sottoutilizzati. L’ho chiesto al Ministero e che verrà approfondita nei prossimi mesi. La base calata dall’alto con decreto firmato da Draghi e dal Ministro Guerini ci ha costretto a dover gestire un problema inaspettato. Grazie alla richiesta di incontro al Ministro della Difesa che ho fatto io, e a cui si è aggiunto anche Giani, grazie al tavolo interistituzionale, sono soddisfatto di aver raggiunto un primo risultato, sventare il rischio di una base di 70 ettari a Coltano, cioè sventare la cementificazione nel Parco di San Rossore".