Il tribunale lo affida al padre: "Bimbo strappato alla madre", il caso va in Parlamento

Pisa, una complicata vicenda che va avanti da settimane. Interviene la politica

Poliziotti in una foto di repertorio (Fotocronache Germogli)

Poliziotti in una foto di repertorio (Fotocronache Germogli)

Pisa, 17giugno 2021 - È stato necessario l'intervento della polizia per far rispettare il pronunciamento del tribunale di Pisa che affida al padre, residente in Sicilia, il figlio di 8 anni che ha sempre vissuto a Pisa con la madre.

La vicenda, estremamente conflittuale tra le parti, va avanti da settimane e nei giorni scorsi servizi sociali e poliziotti hanno prelevato il bambino alla madre innescando una serie di reazioni. Sul caso è intervenuta anche la casa della donna oggi affermando, attraverso la presidente Carla Pochini: «È ora di dire basta alla violenza istituzionale contro i bambini e le loro madri».

Il provvedimento del tribunale era stato più volte sospeso, ma martedì scorso è stato eseguito nonostante, denuncia la madre del piccolo, fosse stata nominata lo scorso 25 maggio una curatrice per il minore. Una brusca accelerazione che ha colto di sorpresa la mamma del piccolo.

La donna contesta l'affidamento del bambino al padre che vive in Sicilia anche per la distanza che rischierebbe di penalizzarlo anche nel suo percorso scolastico. Nella giornata di venerdì il ricorso della madre contro il provvedimento del tribunale sarà discusso in appello.

«Un bimbo - commenta sempre Pochini - ha paura del padre, si rifiuta di incontrarlo dopo 32 incontri protetti, e il tribunale di Pisa che fa? Impone il suo prelievo forzato, senza nessun approfondimento nel merito, senza ascoltare il bimbo, senza capire i motivi della sua paura, senza rispettare il suo desiderio. Come è possibile?»

Intanto la senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della Commissione di inchiesta del Senato sul femminicidio e la violenza di genere ha presentato un'interrogazione alla ministra della Giustizia sul caso

"Chiediamo alla ministra competente - spiega Valeria Valente - di fare luce su questo drammatico episodio che vede per l'ennesima volta i diritti umani fondamentali di una madre e di suo figlio gravemente compromessi nell'ambito di un procedimento di affido. Non è infatti la prima volta che accadono fatti di questo genere e dobbiamo invece scongiurare che si ripetano. Il 15 giugno il bambino doveva incontrare il padre nel centro affidi di Pisa, ma si è rifiutato di uscire di casa. La madre ha chiamato il servizio sociale per richiedere un supporto, ma si è vista arrivare in casa il padre del minore, scortato da una decina di operatori di servizi sociali e Polizia, nonché dalla curatrice speciale del minore. Il bambino, che si era chiuso in bagno, è stato prelevato sfondando la porta, con la forza e mentre si dimenava piangendo".