Attivista pisana arrestata dall’esercito israeliano

Stefania Costantini operava come volontaria in un campo profughi a Betlemme. Rimpatriata immediatamente. Auletta: "Una compagna di tante battaglie"

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di Saverio Bargagna

PISA

Un video diffuso su internet riprende interamente la drammatica scena: un soldato israeliano la solleva di peso e la trascina brutalmente via con la forza. Stefania Costantini, 52 anni, pisana di adozione, è stata arrestata in un campo profughi palestinese a Betlemme e rimpatriata immediatamente per l’Italia dopo momenti di altissima tensione. L’Ansa ha ricostruito l’intera vicenda citando – a sua volta – l’agenzia locale Wafa. "I soldati israeliani – scrive Wafa – hanno fatto irruzione nella casa del giornalista palestinese Nidal Abu Aker, percosso il figlio, appena sottoposto a un intervento chirurgico, e interrogato la moglie". Poi gli stessi militari sono entrati: "nella casa dell’anziana madre di Abu Aker, dove hanno trovato l’attivista e l’hanno fermata". Sui social sono stati diffusi video nei quali si vedono i soldati israeliani portare via a forza la donna dalla casa in questione.

Le autorità diplomatiche italiane hanno da subito seguito il caso: sia il consolato generale di Gerusalemme, sia l’ambasciata a Tel Aviv, non sarebbero state a conoscenza della sua permanenza in Cisgiordania, dove era arrivata dopo essere entrata da Israele. Il rimpatrio - secondo quanto appreso dall’Ansa - ha evitato provvedimenti più gravi da parte di Israele in quanto Costantini "era ritenuta presente illegalmente nel Paese a causa del suo visto scaduto". Accertato questo, dopo il fermo a Betlemme, Costantini è stata portata all’aeroporto Ben Gurion e imbarcata sotto sorveglianza delle autorità di emigrazione israeliane sul primo volo per l’Italia. La vicenda è avvenuta lo stesso giorno in cui, nel campo profughi, ci sono stati pesanti scontri con l’esercito israeliano. Un ragazzino di 14 anni è morto in ospedale per le ferite riportate alla testa.

Costantini è molto conosciuta in città, impegnata nelle lotte che dagli anni ’90 ad oggi hanno attraversato la sinistra. Originaria della Puglia, la 52enne ha studiato a Pisa ed è qui rimasta conducendo una vita in prima linea: attivista dell’esecutivo confederale pisano Cobas nel lavoro privato, ha lavorato come assistente specialistica per studenti con disabilità per poi cambiare completamente vita. "Una compagna di tante battaglie" la definisce Ciccio Auletta, consigliere comunale e capogruppo di Diritti in Comune.

Forte preoccupazione in città dopo le prime frammentarie notizie. Nel pomeriggio, quando la vicenda è sembrata più chiara, anche Cobas Pisa ha diffuso un comunicato descrivendo Stefania come "da sempre schierata per la difesa dei diritti negati". La Confederazione dei Comitati di base aggiunge: "Da qualche mese Stefania aveva deciso di portare il proprio contributo attivo alla causa palestinese, scegliendo di lasciare tutto e trasferirsi nei campi profughi da sempre sotto il mirino della brutale occupazione israeliana".