Aneurisma al sesto mese di gravidanza, maxi-operazione: salvi mamma e figlio

L’intervento eseguito e coordinato dal neurochirurgo Riccardo Vannozzi

Il dottor Riccardo Vannozzi, direttore dell’unità di Neurochirurgia dell’Aoup, che ha coordinato l’intervento

Il dottor Riccardo Vannozzi, direttore dell’unità di Neurochirurgia dell’Aoup, che ha coordinato l’intervento

Pisa, 23 giugno 2018 - Il bimbo, un maschietto, nascerà tra circa un mese. All’ospedale di Pisa, se la mamma vorrà. Ma – carta d’identità a parte – il polo di Cisanello non potrà non far parte della vita del piccolo. E’ qui che il suo futuro è stato assicurato e salvaguardato. Un intervento che i numeri raccontano meglio di tante parole: un feto tra la 23esima e la 24esima settimana, una donna gravida di 40 anni salvata da una emorragia cerebrale subaracnoidea dopo la rottura improvvisa di un aneurisma. La corsa dal pronto soccorso in Alta Versilia fino a Pisa a seguito di un dolore lancinante («come un pugnalata alla nuca») che le aveva fatto perdere conoscenza, l’intervento coordinato ed eseguito il dottor Riccardo Vannozzi, direttore dell’unità operativa di Neurochirurgia dell’Aoup.

«Non è il primo, per me, ma la forza straordinaria di questo intervento sta nella equipe allargata di eccellenza che abbiamo potuto mettere in campo e che Pisa può ad oggi garantire: rianimatori, anestestisti, pediatri, neonatologi, ginecologi, ostetriche... Una sala operatoria con una quindicina di medici e professionisti. Pronti ad operare la mamma e monitorando contemporaneamente il bambino».

Un’operazione durata circa sei ore in cui il fattore tempo – a partire dalla rottura dell’aneurisma – rimane fondamentale. Al dottor Vannozzi il compito di ‘clippare’ l’aneurisma (aprendo il cranio e applicando, appunto, una clip, molto simile come funzionamento – spiega – «ad una molletta per i panni»). A complicare le cose anche il fatto che – proprio a causa dello stato di gravidanza – non fosse stata eseguita al Pronto Soccorso di provenienza, una angiografia che nei casi di aneurisma è praticamente indispensabile per poi ‘scovare’ la rottura. «Abbiamo operato in base ad una ricostruzione». Non ‘al buio’, ma quasi. E anche il post-operatorio non è stato semplice a causa di una elevatissima velocità del sangue nelle arterie.

La paziente è stata poi sottoposta a drenaggio liquorale, monitoraggio del vasospasmo ed è rimasta per due settimane ricoverata sotto controllo continuo e costante. A fianco del dottor Vannozzi, i colleghi Tommaso Simoncini, professore direttore dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia 1 dell’Aoup, e il professor Paolo Mannella, associato in Ginecologia e Ostetricia all’Università di Pisa e responsabile della sala parto dell’Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia 1 universitaria. Adesso, l’attesa è tutta per il parto che sarà con taglio cesareo «ma non a causa dell’operazione ma solo perchè la signora ha già una figlia di 16 anni nata con il cesareo. Poi, appena sarà pronta e vorrà, potremo operare con tutta calma anche l’altro aneurisma che si trova esattamente dal lato opposto di quello che è rotto. Ma in quel caso – conclude il dottor Vannozzi – sarà un intervento di routine...».