Genova, no ai funerali di Stato. Alberto e Marta, oggi l'addio dove volevano sposarsi

Oggi il funerale di Alberto fanfani e Marta Danisi nella chiesa dei Santi Jacopo e Filippo a Pisa

Alberto Fanfani e Marta Danisi

Alberto Fanfani e Marta Danisi

Pisa, 17 agosto 2018 -  Nella  chiesa dei Santi Jacopo e Filippo in via San Michele degli Scalzi alle Piagge, a maggio Alberto Fanfani e Marta Danisi avrebbero dovuto pronunciare l’agognato ‘sì’. Il ‘sì’ che avrebbe suggellato per sempre il loro amore, nato tra i letti di ospedale. In quella chiesa, invece, Alberto e Marta si ritroveranno oggi alle 11.30 per lasciare insieme la vita terrena.

Chiusi in una bara di legno chiaro, vicini, uniti anche nell’ultimo viaggio. Hanno voluto così le famiglie, evitando il funerale di Stato nel tentativo di «proteggere» il loro dolore dai riflettori accesi inevitabilmente per raccontare la devastazione che il crollo del ponte di Genova  ha portato con sé, trascinando nell’oscurità un intero Paese che adesso chiede giustizia. L’arrivo delle salme è atteso per la tarda mattinata. A padre Roberto Jokanovic il compito arduo di trovare le parole giuste per salutare la coppia che lui stesso aveva preparato in vista delle nozze. «Avevamo concluso il percorso prematrimoniale poche settimane fa ed erano felicissimi – racconta il parroco delle Piagge –. Purtroppo le cose sono andate molto diversamente. Il funerale si svolgerà a Pisa perché qui si sono conosciuti e hanno iniziato il loro sogno».

Un sogno bellissimo sbocciato tre anni fa a Cisanello nelle corsie di Medicina IV dove il 32enne fiorentino, medico specializzando, aveva appunto incontrato la fidanzata infermiera di origine siciliana. Il giovane si era laureato in Medicina e chirurgia all’Università di Firenze e si era trasferito nella città della Torre dopo aver ottenuto il posto alla Scuola di specializzazione in Medicina interna.

«Aveva appena cominciato a frequentare il quinto e ultimo anno della Scuola di specializzazione in Medicina interna, non aveva ancora deciso cosa avrebbe fatto dopo – racconta il professor Stefano Taddei –. Aveva lavorato a rotazione nelle varie unità operative dando prova ovunque delle sue grandi doti professionali ed umane. Era un medico eccezionale e talentuoso».

L’ultima  esperienza tra i pazienti della Medicina II, diretta dal professor Agostino Virdis. A quest’ultimo l’onere di accompagnare i genitori di Alberto fino a Genova per effettuare il riconoscimento. I Fanfani (religiosissimi, tutte le domeniche a messa a Badia a Ripoli a Firenze con papà Franco, bancario in pensione, che aiuta il parroco e fa volontariato alla Misericordia, ndr), infatti, hanno appreso la notizia della tragedia mentre stavano trascorrendo le vacanze nella casa al mare di Castiglioncello. Da lì la disperata corsa verso la Liguria e verso quell’amara verità.

Alberto aveva smontato lunedì. Aveva fatto il giro dell’ospedale per salutare i colleghi perché avrebbe avuto qualche giorno di ferie. Giorni da trascorrere con la sua dolce metà tra la Toscana e il Piemonte, dove poi si sarebbe trattenuto per aiutarla ad ultimare il trasloco sistemando la nuova abitazione di Alessandria dove Marta si era trasferita ad aprile dopo aver vinto il concorso ed essere assunta all’ospedale Santi Antonio e Biagio. Un modo per stare insieme visto che la 29enne non aveva avuto il tempo di maturare le ferie. La morte proprio mentre martedì stavano attraversando in auto il viadotto per raggiungere il nord Italia.