Abusi, faccia a faccia tra Benotto e i fedeli

Scandalo a Santo Stefano in extramoenia. L’arcivescovo parlerà con il consiglio pastorale di Santa Maria madre della Chiesa

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di Gabriele Masiero

Riservatezza, determinazione e trasparenza. Sono le parole chiave che riassumono la linea della Diocesi pisana per navigare nelle acque tempestose dello scandalo che l’ha appena travolta con l’ormai ex parroco di Santa Maria madre della Chiesa accusato di molestie sessuali su minori commesse quando reggeva la parrocchia di Santo Stefano in extramoenia, a Porta a Lucca, più di vent’anni fa. Il sacerdote sta affrontando un processo canonico, dopo le denunce presentate da due fratelli (oggi adulti), arrivato alle battute finali. Altri casi si vociferano ma per ora non sono arrivate denunce formali in Curia. Il sacerdote avrebbe già ammesso le sue responsabilità parlando di "un atto di debolezza" e si è dimesso, mentre l’arcidiocesi ha fatto il resto, sollevandolo da tutti gli altri incarichi pastorali. E domenica alla prima messa delle 8 nella chiesa di Pratale c’era anche l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto per incontrare i fedeli e spiegare ciò che solo 48 ore prima aveva sconvolto il tranquillo incedere della vita parrocchiale. Ovvero le dimissioni del parroco accusato e la necessità di andare avanti continuando a camminare insieme. Era stato il nuovo parroco don Lukasz Kostrzewa, qui don Luca per tutti, nella messa di sabato pomeriggio ad assicurare che "il vescovo sarebbe venuto a spiegare personalmente il prima possibile". Nessuna indicazione sulla data, anche per mantenere quella riservatezza imposta da Benotto per agire con fermezza, rapidità e senza processi sommari da consumare di fronte all’opinione pubblica. Ma il fattore tempo, insieme alla volontà di agire in piena trasparenza, è stata da subito la condizione essenziale per procedere tutelando le vittime, alle quali Benotto ha già "chiesto perdono" privatamente e pubblicamente, ma anche salvaguardando la diocesi da un’inutile caccia alle streghe. Ecco perché la sua presenza domenica a messa è stata mantenuta nel massimo riserbo. Chi c’era parla di un "rinnovato clima di fiducia" ma anche di un incontro necessario "per non avere l’impressione di essere stati lasciati soli di fronte a una vicenda così grave". Del resto, già sabato nell’incontro tra il nuovo parroco, i catechisti e le famiglie, il tema della fiducia reciproca è stato centrale.

Nessuno vuole dare giudizi, ma i parrocchiani non vogliono azzerare tutto. Non vogliono fermarsi, né farsi travolgere dallo sgomento che, inevitabilmente, c’è stato. Presto Benotto incontrerà anche il consiglio pastorale parrocchiale. Quando? La data è top secret. Ma è questione di giorni, non di più. La volontà dell’arcivescovo è "chiudere alla svelta questa pagina dolorosa per ripartire insieme". Con fiducia reciproca. "Voglio incontrare chi frequenta quella parrocchia davvero. Abitualmente e non occasionalmente solo perché sa che quel giorno arriva il vescovo", avrebbe confidato il prelato ai suoi più stretti collaboratori. Riservatezza, determinazione e trasparenza, appunto. Ingredienti indispensabili, secondo Benotto, per camminare insieme e avere fiducia. Gli uni negli altri.