A Pisa il primo autotrapianto di linfonodi robot-assistito

L’intervento è durato 6 ore nelle sale operatorie del Centro multidisciplinare di Chirurgia robotica

PISA

E’ stato eseguito – con successo – a Pisa il primo autotrapianto di linfonodi robot-assistito in Europa. L’intervento ha visto in prima linea il Centro multidisciplinare di Chirurgia robotica dell’Aoup: il robot Da Vinci Xi è stato usato per trattare un linfedema post-traumatico alla gamba su una donna colpita 20 anni fa, accidentalmente, da un colpo di fucile da caccia che aveva reciso l’arteria femorale. Conseguenza: la riduzione della vascolarizzazione e del drenaggio linfatico. Ad oggi erano poche le soluzioni chirurgiche praticabili fino all’intervento innovativo eseguito a Pisa – precedenti analoghi ci sono solo a Taiwan e negli Usa – da un’equipe multidisciplinare che ha visto come protagonisti i professori Emanuele Cigna, chirurgo plastico esperto in tecniche ricostruttive microchirurgiche e Luca Morelli, chirurgo generale, esperto in chirurgia robotica, entrambi associati dell’Università di Pisa. I linfonodi sono stati prelevati dall’addome, secondo una tecnica messa a punto a Taiwan, in uno dei migliori centri a livello mondiale dove sia il professore Cigna che i suoi dottorandi, Alberto Bolletta e Luigi Losco, avevano effettuato un periodo di formazione. L’intervento è durato 6 ore, nelle sale operatorie ad altissima tecnologia del Centro multidisciplinare di Chirurgia robotica diretto dalla professoressa Franca Melfi, ed è consistito nel trapiantare un segmento vascolare circondato dai suoi linfonodi, prelevato dalla regione addominale, a livello della gamba traumatizzata. "Siamo felici, – spiega il professor Cigna - in un periodo come questo, con la sanità italiana sotto stress per la pandemia da Covid-19, di poter dare il messaggio che il trattamento delle altre malattie non solo non viene dimenticato, ma può avvalersi delle migliori professionalità e tecnologie". "Dedichiamo questo successo – conclude il professore Morelli - al professor Franco Mosca da sempre all’avanguardia e convinto sostenitore del progetto con la Fondazione Arpa".