A casa dopo 80 anni Consegnata al figlio dell’artigliere Renato la cartolina dal fronte

Franco Benedetti riceve dal sindaco Conti la missiva inviata a sua madre pochi giorni dopo il bombardamento: "Ogni parola mi colpisce al cuore".

di Enrico Mattia Del Punta

PISA

"Da quando avete avuto il bombardamento, non ho avuto più tue notizie" scrive Renato Benedetti a sua moglie Giuseppina in una cartolina postale delle Forze armate, mai arrivata a destinazione e che ieri mattina durante la celebrazione degli 80 anni del primo bombardamento su Pisa, il sindaco di Pisa, Michele Conti ha finalmente consegnato al figlio Franco, anche lui presente alla commemorazione. Una storia emozionante, quella di una apparente normalissima lettera, mandata dall’artigliere di stanza a Merano, Renato Benedetti e spedita a sua moglie incinta per accertarsi che tutti stessero bene e che prima andata perduta ora ritrovata, è diventata grazie allo scalpello della storia un piccolo diamante, memoria di quei tempi dove la guerra infestava il paese. "Questa lettera non era mai arrivata a destinazione fino a quando, nelle settimane scorse non è giunta al Comune di Pisa, inviata da una signora di Prato, che l’ha trovata in un banchetto di antiquariato e che chiedeva che venisse riconsegnata ai legittimi eredi – spiega il sindaco Conti a margine della commemorazione nel Bastione Stampace -. Quindi tramite l’Ufficio Anagrafe è stato individuato il figlio, Franco Benedetti, a cui è stata consegnata la missiva del padre". La cartolina porta la data del 5 settembre 1943, pochi giorni dopo il bombardamento a Pisa del 31 agosto. "Tutto mi sarei aspettato, ma non che mi venisse consegnata una lettera dopo 80 anni – commenta con la voce spezzata dall’emozione, Franco Benedetti che circondato dai giornalisti racconta la vita del padre -. Sul fronte albanese fu catturato dai tedeschi e mandato in un campo di lavoro in Germania, da dove poi riuscì a scappare con la caduta di Berlino". Nella lettera si legge tutta la preoccupazione di un padre, che lontano da casa chiede della famiglia e del figlio di cui ancora non sa il nome "augurandomi che tutto finirà presto e bene" si legge nel corsivo del soldato. La commozione di Franco Benedetti è palpabile mentre descrive una storia a lieto fine, che racconta di quei giorni difficili per la città di Pisa colpita dai pesanti bombardamenti. "All’epoca della lettera io ero ancora in pancia di mia madre detta Pina – continua il racconto Franco -. Ogni parola mi colpisce al cuore, pensando a quello che mio padre ha passato e ai momenti di preoccupazione una volta saputo dei bombardamenti". Un gesto riparatore così lo ha voluto definire il sindaco Conti che spiega: "più di tante parole come la guerra possa condizionare e legarsi a doppio filo alle vicende delle persone".